Quest’autunno si prevede un intenso scontro tra la Cgil e il governo Meloni. Il cuore del conflitto riguarda le politiche economiche necessarie per affrontare un’inflazione ancora elevata, che grava su salari bassi e in un ambiente di lavoro caratterizzato da contratti di lavoro precari e mancanza di rinnovi contrattuali.
Da settembre, la Cgil mira a intensificare la mobilitazione in risposta alle mancate risposte del governo. La centrale sindacale si sta preparando a chiedere uno sciopero generale, una decisione che sarà valutata da tutti i lavoratori attraverso una consultazione straordinaria. La valutazione includerà le proposte avanzate dal sindacato e la volontà di proseguire nelle mobilitazioni “fino allo sciopero generale”.
La ‘piattaforma’ conclusiva dell’assemblea generale della Cgil esorta a un “massimo impegno” nel promuovere le proposte del sindacato a sostegno dei diritti costituzionali. Queste proposte includono l’occupazione stabile e sicura, l’aumento dei salari, il rinnovo dei contratti, l’opposizione alla precarietà del lavoro, la promozione di un sistema fiscale equo e pensioni giuste, oltre a sostenere la sanità pubblica, l’istruzione, le politiche nazionali per il turismo e la cultura, e le politiche industriali per un nuovo modello di sviluppo.
La risposta a queste proposte verrà poi discussa con i sindacati affiliati, come Cisl e Uil. Sebbene il mandato conferito oggi alla segreteria della Cgil sia criptico, indica che il sindacato discuterà “della proclamazione e della collocazione della protesta nel rapporto con Cisl e Uil”. La lotta per un autunno caldo è appena iniziata.
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