Gli esiti della mobilità arrivati la scorsa settimana hanno gettato nello sconforto tantissimi insegnanti meridionali che da anni lavorano al Nord e che non riescono a rientrare nel territorio d’origine.
Su Reggio Today riprendiamo la testimonianza di una docente reggina che da dieci anni lavora a Brugherio, in provincia di Milano e che neanche stavolta ha ottenuto il trasferimento.
“La domanda la faccio per routine, non mi aspetto niente e non sono l’unica – spiega la docente -. Arrivare a Reggio è un’impresa impossibile e noi non capiamo perché, essendo una provincia estesa. Per la Calabria questa situazione c’è soltanto qui, ad esempio a Cosenza è più semplice. Alcune volte – continua l’insegnante – penso che ci siano meccanismi poco chiari”.
“Quando sono stata assunta in Lombardia mia figlia aveva 7 anni e ho provato a chiedere l’assegnazione ma assurdamente non l’ho mai ottenuta – prosegue l’insegnante reggina -. E’ venuta con me, qui ha fatto primaria e media. Durante la pandemia siamo state a Reggio, le lezioni erano in dad e si lavorava a distanza. Lei non è più voluta rientrare al nord ed è rimasta con la nonna, non le è mai piaciuto il posto e non si trovava bene nella sua scuola”.
C’è anche il problema del costo della vita: “Con mia figlia ho abitato in un bilocale, pagavo 700 euro e c’erano spese altissime di condominio, ora sono in un monolocale composto da una stanza unica con letto e cucina e poi un bagno, pago 400 euro. Mi ritengo fortunata, ci sono colleghe che spendono la stessa cifra e dividono l’alloggio con altri, di solito la proprietaria della casa. Poi io ho la macchina e arrivo al lavoro in quindici minuti, con i mezzi diventerebbe oltre un’ora”.
“Il viaggio costa troppo – spiega l’insegante parlando dei momenti quando torna in Calabria – e proprio in prossimità delle feste i prezzi salgono tantissimo. L’aereo è impraticabile anche perché ci sono soltanto due voli tra Milano e Reggio, io prendo il treno ma è ugualmente caro. Già nell’ordinario, tolte le spese, dello stipendio resta poco, se partissi più spesso non ce la farei ad arrivare a fine mese”.
“Mi sento sola – confida con sincerità – ho qualche amicizia ma sono rapporti superficiali. A Reggio ho la mia casa e vorrei stare accanto a mia madre. Poi qui fa troppo freddo e umidità non è adatto a me per stare bene, e anche mia figlia ha la stessa idea: adesso dovrà scegliere l’università e forse andrà fuori ma non a Milano”.
Mobilità docenti 2023, come sono avvenuti i trasferimenti? C’è un algoritmo? Alcuni chiarimenti
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