Sui social divampa la polemica sui compiti per le vacanze. Quest’anno, tuttavia, la polemica non ruota intorno al volume del lavoro assegnato, ma alla modalità di comunicazione tra docenti e studenti, che sempre più spesso avviene tramite WhatsApp.
Il dibattito è nato nelle scorse ore, quando uno screenshot di un messaggio apparentemente inviato da un docente ai suoi alunni ha iniziato a fare il giro della rete. Il messaggio invitava, in maniera velata, gli studenti a completare i loro compiti estivi.
“Per me WhatsApp con studenti è un grande no. Insegno all’università, ci sono le mail, le piattaforme di e-learning. E non ho 200 anni, però serve anche a impostare una sana divisione studio/lavoro e vita privata, che passa anche per i canali di comunicazione“, ha scritto su Twitter un utente, dando il via a una discussione accesa.
Le reazioni sono state miste. Alcuni docenti hanno difeso l’approccio rigoroso ai compiti estivi, sostenendo l’importanza di scadenze specifiche, mentre altri hanno proposto un approccio più flessibile, sostenendo che le vacanze dovrebbero essere un periodo di riposo sacro per gli studenti. Molti hanno espresso la loro preoccupazione per l’incursione dei docenti nella vita privata degli studenti, sostenendo che la comunicazione via WhatsApp sia poco professionale e inappropriata.
“Comunicare su WhatsApp tra docenti e studenti per me non è il massimo perché lo trovo un po’ non professionale. I ragazzi devono svagarsi e riprendersi, per me iniziare i compiti prima di Ferragosto ha poco senso. I compiti delle vacanze dovrebbero aiutare a ‘riprendere ritmo’”, ha twittato un altro utente.
Per alcuni, la situazione è così inconcepibile da sembrare quasi surreale. La questione riflette un dibattito più ampio sulla sfumatura tra vita privata e scolastica nell’era digitale.
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