La lettura ad alta voce si sta affermando come un potente strumento di democrazia cognitiva nel panorama educativo. Un’iniziativa promossa dalle associazioni “La pagina che non c’era” e “A voce alta” punta a consolidare questa pratica attraverso la formazione dei docenti.
Sul Corriere della Sera approfondimento a cura di Federico Batini, docente di Pedagogia sperimentale all’Università di Perugia
Tradizionalmente vista come un’attività elitaria, la lettura ad alta voce sta evolvendo in una pratica inclusiva, offrendo a studenti di ogni età gli strumenti per gestire attivamente il proprio percorso formativo. Questa evoluzione è evidenziata da studi recenti, che hanno esplorato gli impatti positivi della lettura, specialmente quella ad alta voce, in vari contesti educativi e sociali.
L’aumento delle ricerche nel settore ha portato a una comprensione più approfondita dei benefici della lettura ad alta voce. In Italia, pratiche di ricerca-azione trasformativa hanno evidenziato l’importanza di questa attività nell’educazione, sottolineando l’effetto positivo sugli studenti.
Storicamente, il sistema educativo si è focalizzato principalmente sui contenuti, trascurando gli aspetti cognitivi ed emotivi. La lettura ad alta voce, come pratica condivisa, offre un nuovo approccio, ponendo l’attenzione sulla formazione di insegnanti e sull’engagement di studenti e famiglie, diventando un’azione di comunità.
Il metodo si basa su vari principi: frequenza quotidiana, progressività, qualità e varietà dei testi, e autonomia dalle altre pratiche didattiche. La lettura, condotta dall’insegnante, è seguita da momenti di confronto e socializzazione, valorizzando ogni intervento.
Il progetto “Lettori per sempre” mira a rendere la lettura ad alta voce una pratica quotidiana nella vita dei cittadini, attraverso la formazione di un vasto numero di professionisti. L’iniziativa rappresenta un passo significativo verso l’adozione della lettura ad alta voce come strumento di democrazia cognitiva, con il potenziale di arricchire significativamente l’esperienza educativa dei giovani.
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