La milanese e lo sport: padel e yoga per combattere lo spauracchio del «bingo arm»

La milanese e lo sport: padel e yoga per combattere lo spauracchio del «bingo arm»

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di Lina Sotis e Michela Proietti

Più che un lato B alla Kim Kardashian, alla milanese interessa un braccio tonico alla Michelle Obama: guai ad assomigliare alle anziane signore americane che sventolano la carta vincente nelle sale da gioco

(Lina Sotis) Prima a Milano c’era la Wedres, l’indirizzo veramente chic di tutte le milanesi dell’epoca. La lezione da lei, severa, rigida, ma attenta, dava quel portamento milanese che le divideva da tutte le altre. Ad anni dalla sua morte tutte le signore che hanno superato i 60 anni ricordano quel nome, chi con dolcezza, chi con voglia di essere appartenute al gruppo. Quella era ginnastica, gin-na-sti- ca, quella che si faceva anche a scuola, con qualche trovata in più. Poi ad un certo punto negli anni 60 comparve lui, con un nome né da uomo, né da donna, misterioso, ma chi era colui che poteva cambiare sia l’anima che il corpo? YOGA! Se ne parlava molto ma lo facevano in pochi, era una cosa esotica, insomma era come l’Adelfi, quelle cose strane, misteriose, futuribili, ma nessuno ne sapeva nulla. Poi comparve Patrian, magrolino, piccolino, tutto ino, ma anche ino nel saluto, nel portamento, e poi cosa ti chiedeva? Sedetevi, incrociate le gambe, più dritte, unite le mani attraverso il pollice e l’indice, pollice e indice, contate mentalmente, non muovete la bocca fino al 10.

L’anima unita al corpo? Praticamente una rivoluzione! Tutti avevano considerato il corpo una cosa e l’anima un’altra: lei non si vedeva, ci sarà stata, ma ad alcuni non interessava. Invece lo YOGA misterioso ci diceva che era tutto unito. A quella rivoluzione non credettero in tanti: il rigoroso milanese e la ancora più rigorosa milanese, quelli del genere «mi raccomando il coltello a destra» e «non confondete i bicchieri del vino con quelli dell’acqua». E poi Patrian costava così tanto, uno stipendio medio era 120 mila al mese, e a lui che era ino ino ino e che veniva in silenzio andava devoluto uno stipendio per tre sedute . E poi c’era di rigore, il silenzio, durante lo yoga non si parla, e si pensa a se stessi. Non è quel silenzio di quando il tram non arriva: si è davvero soli con se stessi, si pensa a come si è con il mondo. Quelli erano gli anni del Milan e dell’Inter, c’era la Juve, che noiosa, e c’erano gli Agnelli poi, e anche lì c’era questo problema dello yoga , si diceva che gli juventini proprietari facessero lo yoga, forse pensavano mentre calciavano. Un’altra rivoluzione!

Poi ad un certo punto è arrivata una notizia: a Madrid si faceva qualcosa di meno complicato, era il pilates. Perché non provare? Anche lo yoga ha dovuto evolvere. Nell’antro silenzioso è entrata lei, una donna, la maestra di yoga, non più un lui ino-ino-ino e taciturno: perché le donne sanno spiegare meglio, «su, la schiena dritta»! Ecco che lo yoga diventa un esercito che fa ginnastica: YOGA! E così come le gelaterie vengono fuori i negozi di yoga. Ma quanto costa un corso di yoga? La notizia è brutta: molto! Ma riunire anima e corpo fa bene e poi una cosa meravigliosa per le donne: scolpisce gli addominali e unendo il famoso indice e pollice, ti aiuta anche a partorire. YOGA!

(Michela Proietti) Una volta per tenersi in forma e concludere affari la milanese e il milanese giocavano a golf (a Bogogno preferibilmente, ma anche Tolcinasco), oggi prenotano il campo da padel. Lo sport che viene dall’Argentina è aggregante, si può giocare a coppie (la moglie non rimane a casa ad aspettare il rientro del marito con il solito calcetto) e soprattutto non richiede particolari abilità. Così prima di prenotare una vacanza la milanese si informa se nei dintorni c’è un campo e una volta avuta la conferma si affretta a farsi mettere nel gruppo di whatsapp – che forse non ha neanche troppa voglia di allargare la SUA cerchia – per avere più chance di giocare. Un ottimo pretesto per allargare la cerchia ! La milanese più tradizionale lo snobba e continua a preferire le partite a tennis al Bonacossa, che ha il plus di un’atmosfera vagamente inglese grazie all’ingresso Liberty.

Anche il milanese purista continua a preferire Nadal a Belasteguin, la leggenda del padel: più che Gianluca Vacchi nel campo da padel di Poltu Quatu in Sardegna, il milanese si sente più un René Lacoste ai tempi d’oro. Altro stile! Ma poi ci sono le giovani mamme che quando la figlia ha lezione di calcio (il maschio preferibilmente fa taekewondo o qualche arte marziale sconosciuta ai più) prenotano il campo da padel a Citylife, perché la milanese ottimizza sempre i tempi. Anche quando fa discipline che in realtà dovrebbero prevedere una pausa dalla frenesia: in pausa pranzo le milanesi si scapicollano alla lezione di yoga, si mettono a testa in giù e poi tornano velocemente in ufficio. Ah mi raccomando, che ci sia nei dintorni una presa per il cellulare, perché «è sempre scarico e devo essere raggiungibile». Anche quelle fanatiche del padel si affacciano regolarmente nella sala yoga perché la milanese sa che ad una attività aerobica va sempre associata la giusta dose di stretching: la muscolatura forte da tennista o padelista va allungata, distesa, e “stretchata”, il modello estetico è quello del giunco dal femore ben disteso e dal sedere sfuggente. Più che un lato B alla Kim Kardashian, alla milanese interessa un braccio tonico alla Michelle Obama. Una volta a far terrore alle milanesi erano le prime rughette sul volto: oggi lo spauracchio è il bingo arm, il bicipite un po’ penzolante delle anziane signore americane che sventolano la carta vincente nelle sale da gioco.

8 luglio 2022 (modifica il 8 luglio 2022 | 13:07)

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, 2022-07-08 12:15:00, Più che un lato B alla Kim Kardashian, alla milanese interessa un braccio tonico alla Michelle Obama: guai ad assomigliare alle anziane signore americane che sventolano la carta vincente nelle sale da gioco, Lina Sotis e Michela Proietti

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