La nostalgia di un voto  che non sia solo «contro»

La nostalgia di un voto  che non sia solo «contro»

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Caro direttore.

ho più di cinquanta anni e per la prima volta non so chi votare. L’ultima volta che mi sono recato al seggio elettorale l’ho fatto in Belgio in occasione delle locali elezioni comunali. In quel caso scelsi i verdi per non votare, nello scarno panorama elettorale fiammingo, per la destra (metà dei consensi) o per l’accozzaglia di partitini alleati per superare la soglia di sbarramento. Il mio come quello di tanti altri fu un voto di protesta. In settembre voterò, è un mio diritto-dovere, per l’elezione di deputati e senatori del Parlamento italiano. Voterò per qualcuno, o contro qualcuno? Fino a oggi mi sembra di assistere alla campagna elettorale di cinque anni fa, stessi leader, stessi slogan, stesse lacune nei programmi (chiamiamoli cosi), nel frattempo però abbiamo avuto una pandemia, abbiamo una guerra a pochi passi da casa, abbiamo bisogno di centinaia di migliaia di lavoratori stranieri, abbiamo un piano economico che potrebbe dare una svolta al futuro dell’Italia. Nessuno fa proposte serie e realistiche. Vorrei tanto votare per qualcuno, non solo contro!

Nicola Priolo

Caro signore Priolo,

So che può sembrare retorico ma andare a votare è un gesto democratico e di responsabilità fondamentale. Anche turandoci il naso, mai e poi mai dobbiamo rinunciare a questo diritto. Perché quel voto, insieme a tanti altri, può fare la differenza. In un mondo ideale la sfida si dovrebbe giocare tra un partito conservatore e uno progressista (magari anche tra due coalizioni con queste caratteristiche) che ci presentino chiaramente i loro programmi per il Paese. E con una legge elettorale che ci permetta di conoscere subito la maggioranza vincitrice e il leader che guiderà l’Italia per i prossimi cinque anni. Purtroppo non è così: la moltiplicazione dei partiti, l’ondata populista che ha scombinato tutti i campi politici, gli interessi di bottega che fanno mettere insieme tante sigle e siglette per arrivare all’elezione non permetteranno mai una chiara scelta politica e di governo. Anche perché le coalizioni sono spesso solo delle Sante Alleanze per contrastare l’avversario. La sua esortazione finale mi sembra perciò sacrosanta: diteci quali sono i programmi, gli strumenti e i finanziamenti per realizzarli, quali passi volete fare per la crescita del Paese e con quale classe dirigente. Credo che tutti, cittadini, associazioni, mezzi di informazione debbano utilizzare questo mese per costringere i politici a misurarsi su questo terreno. L’unico che ci permetterà una scelta consapevole.

, 2022-08-15 05:25:00,

Caro direttore.

ho più di cinquanta anni e per la prima volta non so chi votare. L’ultima volta che mi sono recato al seggio elettorale l’ho fatto in Belgio in occasione delle locali elezioni comunali. In quel caso scelsi i verdi per non votare, nello scarno panorama elettorale fiammingo, per la destra (metà dei consensi) o per l’accozzaglia di partitini alleati per superare la soglia di sbarramento. Il mio come quello di tanti altri fu un voto di protesta. In settembre voterò, è un mio diritto-dovere, per l’elezione di deputati e senatori del Parlamento italiano. Voterò per qualcuno, o contro qualcuno? Fino a oggi mi sembra di assistere alla campagna elettorale di cinque anni fa, stessi leader, stessi slogan, stesse lacune nei programmi (chiamiamoli cosi), nel frattempo però abbiamo avuto una pandemia, abbiamo una guerra a pochi passi da casa, abbiamo bisogno di centinaia di migliaia di lavoratori stranieri, abbiamo un piano economico che potrebbe dare una svolta al futuro dell’Italia. Nessuno fa proposte serie e realistiche. Vorrei tanto votare per qualcuno, non solo contro!

Nicola Priolo

Caro signore Priolo,

So che può sembrare retorico ma andare a votare è un gesto democratico e di responsabilità fondamentale. Anche turandoci il naso, mai e poi mai dobbiamo rinunciare a questo diritto. Perché quel voto, insieme a tanti altri, può fare la differenza. In un mondo ideale la sfida si dovrebbe giocare tra un partito conservatore e uno progressista (magari anche tra due coalizioni con queste caratteristiche) che ci presentino chiaramente i loro programmi per il Paese. E con una legge elettorale che ci permetta di conoscere subito la maggioranza vincitrice e il leader che guiderà l’Italia per i prossimi cinque anni. Purtroppo non è così: la moltiplicazione dei partiti, l’ondata populista che ha scombinato tutti i campi politici, gli interessi di bottega che fanno mettere insieme tante sigle e siglette per arrivare all’elezione non permetteranno mai una chiara scelta politica e di governo. Anche perché le coalizioni sono spesso solo delle Sante Alleanze per contrastare l’avversario. La sua esortazione finale mi sembra perciò sacrosanta: diteci quali sono i programmi, gli strumenti e i finanziamenti per realizzarli, quali passi volete fare per la crescita del Paese e con quale classe dirigente. Credo che tutti, cittadini, associazioni, mezzi di informazione debbano utilizzare questo mese per costringere i politici a misurarsi su questo terreno. L’unico che ci permetterà una scelta consapevole.

, Luciano Fontana

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