La pandemia non ferma gli studenti: più soddisfatti della scuola e più iscritti all’università che vengono da percorsi professionali

La pandemia non ferma gli studenti: più soddisfatti della scuola e più iscritti all’università che vengono da percorsi professionali

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Studenti
La pandemia non ferma gli studenti: più soddisfatti della scuola e più iscritti all’università che vengono da percorsi professionali
Si è svolto il 24 febbraio scorso in collegamento sulla piattaforma di AlmaDiploma, il XIX Convegno di AlmaDiploma, organizzato per presentare – nell’era della pandemia – il Profilo dei diplomati e gli Esiti a distanza, percorsi di orientamento e scelte nella scuola secondaria di I e II grado. Secondo l’indagine, gli studenti sarebbero più soddisfatti della scuola nonostante il Covid, ci sarebbe un aumento della quota di chi studia e lavora, e una crescita del numero di iscrizione all’università per chi viene da un percorso professionale. La rilevazione sul Profilo ha riguardato 37.000 diplomati del 2021 che hanno espresso le loro valutazioni e indicazioni, in merito al loro percorso quinquennale di scuola secondaria di secondo grado, in base a quanto da loro percepito e ricordato al momento della compilazione del questionario, avvenuta poco prima del diploma (primavera 2021). La rilevazione sugli Esiti a distanza del percorso formativo e lavorativo compiuto dai diplomati dopo il conseguimento del titolo, svolta nell’autunno del 2021, ha riguardato 40.000 diplomati del 2020 contattati a un anno dal termine degli studi e oltre 47.000 diplomati del 2018 contattati a tre anni dal conseguimento del titolo. Di seguito i dettagli.
Per quanto riguarda le valutazioni sull’esperienza scolastica complessiva, sui docenti e sulle strutture scolastiche, tra i diplomati del 2020 si era rilevato un aumento della soddisfazione rispetto ai diplomati del 2019. Nel 2021 il livello di soddisfazione per l’esperienza scolastica complessiva e per la disponibilità al dialogo dei docenti è tornato sui livelli del 2019, raggiungendo nell’ultimo anno rispettivamente l’80,3% e il 70,4%. Tra il 2019 e il 2021 è migliorata la valutazione per alcuni aspetti dell’organizzazione scolastica. Per esempio per le attività di recupero, apprezzate dal 72,5% dei diplomati del 2021.
Se tornasse ai tempi dell’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado, oltre la metà dei diplomati confermerebbe la propria scelta: dopo l’aumento rilevato tra il 2019 e il 2020, nel 2021 la quota di chi si riscriverebbe cala leggermente rimanendo comunque maggiore rispetto al dato del 2019 e attestandosi al 60,7%. I diplomati liceali e i tecnici risultano essere tendenzialmente i più appagati dalla scelta compiuta. I diplomati meno convinti della scelta compiuta a 14 anni, invece, sono soprattutto quelli degli istituti professionali.
Tra i diplomati 2021 il 79,4% ha svolto attività di orientamento organizzate dalla scuola per la scelta post-diploma: il dato oscilla tra l’82,7% per i liceali, il 77,7% per i tecnici e il 64,8% per i professionali.
Nell’ultimo anno queste attività si sono ridotte, in particolare nei percorsi professionali e nei tecnici, mentre tale diminuzione è molto più contenuta tra i liceali. Tra i diplomati del 2020, intervistati a un anno dal diploma, che hanno svolto tali attività, il 30,5% ha attribuito un punteggio pari ad almeno 7, su una scala da 1 a 10, in merito alla loro utilità per la scelta post-diploma. Questi dati sembrano mostrare l’utilità – ai fini della scelta post-diploma – delle attività di orientamento organizzate dalla scuola. Attività che riducono i ripensamenti nel primo anno dopo il conseguimento del diploma e gli abbandoni universitari. 
Per quanto attiene agli argomenti di Educazione Civica, in generale, la grande maggioranza dei diplomati del 2021 dichiara di aver affrontato i singoli argomenti rilevati: il 96,0% Costituzione, diritto, legalità e solidarietà, il 92,0% Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio e il 77,5% Cittadinanza digitale. La soddisfazione per l’utilità di questi temi (per la propria vita e per la prosecuzione degli studi) tra coloro che li hanno affrontati è generalmente elevata. I diplomati che hanno affrontato tali argomenti indicano lo Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio ambientale come l’argomento che avrebbero voluto approfondire maggiormente (74,5%), mentre Cittadinanza digitale risulta l’argomento sul quale si
richiede meno frequentemente un approfondimento (63,9%).
Lo sguardo sugli esiti a distanza a uno (diplomati del 2020) e a tre anni (diplomati del 2018) La prima evidenza che emerge dall’analisi dei dati è che per quasi la metà dei diplomati del 2020, intervistati a un anno dal titolo, la pandemia ha avuto un impatto differenziato sul proprio percorso post-diploma. In particolare, l’emergenza sanitaria ha avuto una maggiore influenza su chi aveva dichiarato l’intenzione di volersi inserire nel mercato del lavoro direttamente dopo il diploma rispetto a chi aveva dichiarato di voler proseguire gli studi. La lettura dei risultati dell’Indagine 2021 deve, dunque, necessariamente tener conto del particolare contesto e dell’impatto della pandemia sulle scelte post-diploma effettuate dai diplomati e sui loro successivi esiti.
A un anno dal conseguimento del titolo, il 76,5% dei diplomati del 2020 prosegue la propria formazione ed è iscritto a un corso di laurea (il 59,8% si dedica esclusivamente agli studi universitari, il 16,7% ha scelto di coniugare studio e lavoro); il 14,1% invece ha preferito inserirsi direttamente, ed esclusivamente, nel mercato del lavoro. Come è naturale attendersi, la quota di diplomati iscritti all’università è nettamente più elevata tra i liceali.
Tra il 2019 e il 2021 si registra un aumento di quasi 8 punti percentuali nella quota di diplomati che, a un anno dal titolo, dichiarano di essersi iscritti all’università. Ciò è vero soprattutto per i professionali e i tecnici: le difficoltà del mercato del lavoro, fortemente colpito dalla pandemia, hanno verosimilmente influenzato le loro scelte. La quota di chi lavora solamente figura in diminuzione in tutto il triennio in esame (con intensità maggiore per i tecnici e, ancor di più, per i professionali). Al contrario, la quota di chi studia e lavora risulta in aumento, soprattutto nell’ultimo anno.
A tre anni dal titolo è dedito esclusivamente al lavoro il 26,5% dei diplomati, il 45,2% si dedica esclusivamente agli studi, mentre il 20,7 % concilia studio e lavoro. A livello di tipo di diploma si confermano sostanzialmente le tendenze evidenziate a un anno.
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Pietro Guerra

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