La piccola Fatima caduta dal quarto piano, «uccisa con crudeltà da un patrigno con personalità disumana»

La piccola Fatima caduta dal quarto piano, «uccisa con crudeltà da un patrigno con personalità disumana»

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di Simona Lorenzetti

Il 18 giugno di quest’anno a uccidere la piccola non sarebbe stato un gioco scellerato dettato da una «negligenza estrema e ingiustificata», ma un omicidio «volontario» con «dolo d’impeto»

Fatima è stata uccisa con «crudeltà» da un patrigno «dalla personalità deviata e disumana», incapace «di controllare il proprio istinto criminale» e «percepire il valore fondamentale della vita». Con queste parole — alla luce dei nuovi indizi raccolti dalla Procura — il gip Agostino Pasquariello riscrive i contorni della morte della bambina di tre anni precipitata dal ballatoio al quinto piano di uno stabile di ringhiera di via Milano. Il 18 giugno di quest’anno a uccidere la piccola non sarebbe stato un gioco scellerato dettato da una «negligenza estrema e ingiustificata», ma un omicidio «volontario» con «dolo d’impeto».

Il dito è puntato contro Azhar Mohssine, il fidanzato della mamma della bimba. Il marocchino trentaduenne è già in carcere, ma fino a oggi era accusato di omicidio colposo. Difeso dall’avvocato Alessandro Sena, aveva raccontato che Fatima — che viveva al quarto piano dello stesso stabile — era salita a casa sua per giocare: «Stavamo facendo il “vola vola”. Mi è scivolata dalle mani». Anche la madre della piccola, Lucia Chilleni, in un primo momento aveva descritto agli inquirenti l’amore e la complicità che c’erano tra la figlia e il patrigno e aveva spiegato di non aver assistito alla tragedia.

La donna ha poi cambiato versione accusando l’uomo. Lucia, infatti, ha ammesso che quella sera era nell’appartamento al quinto piano e che lei e Mohssine stavano litigando: «Mi ha strappato la bambina dalle mani e con forza l’ha scagliata giù dal balcone». «Al netto delle contraddittorie e spesso confuse dichiarazioni — scrive il gip nell’ordinanza —, il dato investigativo ha trovato conferma nelle indagini tecniche che convergono tutte inequivocabilmente a dimostrare che l’evento omicidiario non è stato il frutto della “strabica criminale” negligenza dell’indagato, ma più orribilmente conseguenza di un gesto volontario». Sono tre gli elementi che, secondo il gip, vanno in questa direzione. Il primo, le misure del ballatoio — la ringhiera è alta 95 centimetri e fino al soffitto sono 2 metri e 10 — in rapporto all’altezza di Mohssine (182 centimetri) e Fatima (95 centimetri): «Non vi era uno spazio sufficiente per consentire all’indagato di prendere in braccio la bambina e giocare al “vola vola”, l’azione sarebbe ostacolata dalla tettoia». Il secondo dato è l’analisi della traiettoria: l’impatto al suolo è avvenuto a una distanza di 2,40 metri, Fatima è caduta verticalmente e questo — per il gip — implica che «la precipitazione sia stata accompagnata dall’applicazione alla bambina di una forza orizzontale di allontanamento da parte dell’edificio»: la conclusione sarebbe confortata da una simulazione di caduta realizzata con un corpo rigido del peso della piccola.

Il terzo elemento è la consulenza medico-legale che escluderebbe che la vittima abbia «urtato contro altri ostacoli (stendino e tettoia posti ai piani inferiori) che abbiano inciso sulla precipitazione verticale proiettandola in avanti». Da qui la nuova misura cautelare nei confronti di Mohssine, che fra pochi giorni avrebbe potuto lasciare il carcere per la scadenza dei termini di custodia cautelare. L’avvocato Sena annuncia ricorso al Riesame e contesta la ricostruzione della Procura sulla base di due consulenze tecniche che offrono una dinamica alternativa degli eventi. In particolare, c’è un dettaglio che potrebbe aiutare a definire quanto accaduto: sulla tettoia del ballatoio, all’altezza della porta finestra, sono state trovate tracce biologiche. Non si sa a chi appartengano, ma se fossero di Fatima potrebbero essere compatibili con l’ipotesi del gioco finito in tragedia.

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9 aprile 2022 (modifica il 9 aprile 2022 | 10:09)

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, 2022-04-09 14:31:00, Il 18 giugno di quest’anno a uccidere la piccola non sarebbe stato un gioco scellerato dettato da una «negligenza estrema e ingiustificata», ma un omicidio «volontario» con «dolo d’impeto», Simona Lorenzetti

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