Il dibattito sulla valutazione degli studenti continua a far discutere il mondo della scuola italiana. Come segnala il Corriere delle Alpi, una dirigente scolastica di Padova ha proposto di abolire l’uso dei mezzi voti nella valutazione delle prestazioni degli studenti, favorendo l’uso di voti interi.
La proposta mira a semplificare il sistema valutativo e a rendere le valutazioni più trasparenti per gli studenti.
La dirigente sostiene che i mezzi voti creano una sorta di notazione ipertrofica che non fa altro che complicare la valutazione. Con una scala numerica che va da 1 a 10, l’utilizzo di voti interi dovrebbe essere sufficiente per valutare adeguatamente gli studenti. L’obiettivo è fornire agli studenti una valutazione chiara che possa aiutarli a identificare i loro punti di forza e di debolezza. Durante gli scrutini, del resto, è obbligatorio utilizzare un numero intero per valutare lo studente, il che rende i mezzi voti un’aggiunta non necessaria.
Non tutti concordano con questa visione. Alcuni dirigenti e docenti ritengono che i mezzi voti offrano una rappresentazione più precisa delle competenze dello studente, fornendo indicazioni più dettagliate a docenti, studenti e genitori. Un docente ha sottolineato come il mezzo voto possa servire da stimolo per gli studenti a migliorare ulteriormente. L’opinione comune è che dovrebbero essere i docenti, in seno ai loro collegi, a decidere le modalità di valutazione da adottare durante l’anno scolastico.
Un preside ha evidenziato come l’autonomia scolastica sia un valore fondamentale nel sistema educativo italiano, suggerendo che la discussione sull’abolizione dei mezzi voti dovrebbe essere condotta a livello di singola scuola.
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