La risposta di Annalisa Savino, preside del liceo Leonardo Da Vinci di Firenze, alla polemica generata dalle parole del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è arrivata, anche se non direttamente. La donna, che ha scritto una lettera a studenti e docenti sull’indifferenza di fronte ad aggressioni di stampo fascista, l’ha affidata ad una collega, che ha riferito le sue parole fuori dalla scuola, come riportano Ansa e La Repubblica.
“La dirigente ringrazia ma non ha intenzione di aggiungere niente altro al messaggio della comunicazione e a quanto già rilasciato ad alcuni giornali ieri. Il messaggio era rivolto agli studenti della nostra scuola, a cui si deve dedicare attenzione ogni giorno, e a loro è arrivato, forte e chiaro. Come dirigente scolastica vuole evitare di alimentare ancora la già grande sovraesposizione mediatica a proposito di questioni che seppur attinenti alla scuola e al suo ruolo nella società, tuttavia diventano facile oggetto di polemica e strumentalizzazione”, questo il messaggio di Savino, che non intende mettere altra carne al fuoco.
Le iniziative di sostegno alla preside Savino
Nel frattempo, mentre il leader del Partito Democratico Enrico Letta ha lanciato l’hashtag #GraziePresideSavino, è stata attivata anche una raccolta firme per sostenere la preside. Ad avviarla il movimento Priorità alla Scuola che vuole coinvolgere tutta la “comunità educante”.
Ecco una nota dell’associazione: “Priorità alla Scuola e tutta la comunità educante che si riconosce nei valori della scuola della Costituzione ringraziano ancora la dottoressa Annalisa Savino, dirigente del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze ed esprimono la loro solidarietà di fronte alle esplicite minacce di provvedimenti disciplinari, scandalosamente lanciate durante un’intervista televisiva”.
“Il ministro addirittura irride la preside e sostiene che a una dirigente scolastica non compete entrare nel merito di queste faccende, di un’aggressione politica avvenuta davanti a una scuola. A chi competerebbe allora?”, concludono.
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