La pressione alta va tenuta sotto controllo: c’è il rischio (doppio)  di Covid grave

La pressione alta va tenuta sotto controllo: c’è il rischio (doppio) di Covid grave

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di Ruggiero Corcella

È il risultato di una nuova ricerca pubblicata su Hypertension, che ha coinvolto oltre 900 pazienti infettati dalla variante Omicron nonostante la vaccinazione completa

Essersi sottoposti al ciclo vaccinale completo contro Sars-Cov-2 contribuisce a ridurre la mortalità e alcuni degli effetti collaterali più gravi dell’infezione. Questo è ormai assodato. Tuttavia, con la comparsa della variante Omicron, chi è iperteso può andare incontro a forme gravi di Covid e aver bisogno del ricovero in ospedale. Anche nel caso avesse ricevuto due dosi di vaccino, più quella booster. Sono le conclusioni a cui è giunto il gruppo guidati da Joseph E. Ebinger ricercatore in Cardiologia e direttore di Analisi clinica allo Smidt Heart Institute presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles. Lo studio è stato pubblicato su Hypertension, rivista dell’American Heart Association.

L’impatto

L’impatto della pressione alta, sulla malattia grave da Covid-19 si è mantenuto anche in assenza di altre malattie croniche come il diabete di tipo 2 , malattie renali o insufficienza cardiaca. «Questi risultati sono importanti poiché circa la metà degli adulti negli Stati Uniti ha la pressione alta», afferma Ebinger che è l’autore principale dello studio. Gli scienziati non hanno ancora chiarito bene quale possa essere il meccanismo biologico alla base della connessione tra ipertensione e Covid-19 grave.

Come ha dimostrato uno studio pubblicato a febbraio scorso su Nature da un gruppo di ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis e del Veterans Affairs St. Louis Health Care System, coordinati dal professor Ziyad Al-Aly, l’infezione può provocare manifestazioni cardiovascolari post-acute ad un anno di distanza. E ha dimostrato che, già 30 giorni dopo, i pazienti presentano un aumentato rischio di malattie cardiovascolari che coprono diverse categorie, tra cui disturbi cerebrovascolari, aritmie, cardiopatie ischemiche e non ischemiche, pericardite, miocardite, insufficienza cardiaca e malattie tromboemboliche.

Non solo gli anziani

Sebbene Ebinger e gli altri ricercatori non abbiano differenziato in questo studio quali sottovarianti di Omicron fossero presenti in questo gruppo di studio, hanno cercato di comprendere le caratteristiche associate alle persone che avevano casi di Covid-19 sufficientemente gravi da richiedere cure ospedaliere nonostante avessero completato il ciclo vaccinale e una dose di richiamo. «I nostri dati hanno rilevato che non sono solo gli anziani con altre condizioni di salute di base a essere vulnerabili», sottolinea Ebinger. «Omicron può colpire adulti di qualsiasi età, specialmente se ipertesi, anche se non soffrono di altre malattie croniche importanti. Le persone più a rischio non sono necessariamente chi pensiamo che siano. Non sono i più malati tra i malati, e questa è stata una scoperta sorprendente».

L’impianto dello studio

I ricercatori hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo su 912 adulti che avevano ricevuto almeno tre dosi di un vaccino mRNA (Pfizer-BioNTech o Moderna, autorizzati dalla Food and Drug Administration statunitense) e sono stati trattati durante un’ondata di Omicron, tra dicembre 2021 e aprile 2022, nell’ area metropolitana di Los Angeles. Sono state esaminate anche le informazioni demografiche, inclusi età, sesso, razza, etnia e dati clinici provenienti da cartelle cliniche elettroniche. Gli scienziati hanno identificato le variabili chiave e le caratteristiche cliniche, come la presenza di condizioni di salute croniche, tra cui diabete di tipo 2, malattie renali, infarto, insufficienza cardiaca e precedenti malattie polmonari ostruttive croniche o asma.

Gli ipertesi rischiano due volte e mezzo di più

Dei 912 adulti che hanno ricevuto tre dosi di un vaccino mRNA , quasi il 16% ha avuto bisogno del ricovero in ospedale. L’età avanzata, la pressione alta, la malattia renale cronica, l’ infarto , l’insufficienza cardiaca e il tempo tra l’ultima vaccinazione e l’infezione da Covid-19 sono stati tutti associati a maggiori rischi di ricovero. Gli individui con pressione alta avevano 2,6 volte più probabilità di richiedere cure ospedaliere per Covid grave, anche quando la persona non aveva altre gravi condizioni di salute croniche. Dei 145 pazienti ricoverati in ospedale, 125 (86,2%) presentavano pressione alta.

«Dobbiamo aumentare la consapevolezza e la comprensione del fatto che ricevere tre dosi di un vaccino potrebbe non prevenire il Covid grave in tutti, specialmente tra le persone con pressione alta». Secondo i ricercatori hanno sono necessari ulteriori studi su come ridurre i rischi di infezione grave da Covid, sia attraverso regimi vaccinali più personalizzati, sia con nuove terapie o un approccio combinato.

22 luglio 2022 (modifica il 22 luglio 2022 | 14:02)

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, 2022-07-22 13:35:00, È il risultato di una nuova ricerca pubblicata su Hypertension, che ha coinvolto oltre 900 pazienti infettati dalla variante Omicron nonostante la vaccinazione completa, Ruggiero Corcella

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