La robotica, a partire dal primo ciclo dell’istruzione, prevede l’introduzione di specifici percorsi didattici elaborati per fasce di età incentrati sul movimento, sul concetto di forza e lo studio delle energie rinnovabili, sulla simulazione di comportamenti naturali fino all’attuazione di strategie ispirate alla natura per risolvere problemi di intelligenza artificiale. Così si legge nel documento che si allega come esempio di “eccellenza” del progetto prodigioso ed unico denominato “ROSE Project Robotics Opportunities (to foster) STEM Education”, il progetto Erasmus +. Le dotazioni di robotica educativa prevedono strumenti per la fabbricazione di semplici esperimenti che pongono in evidenza l’interdisciplinarietà delle materie scientifiche con spunti per l’approfondimento della lingua inglese.
L’apprendimento laboratoriale
L’apprendimento laboratoriale, si legge nella sintesi del progetto curata, per i rispettivi enti e le rispettive scuole da: Federica Bettin – Simonetta Melosi – Ezio Menchi – Riccardo Niccolai (I.T.T.S. Fedi-Fermi -Pistoia); Dionisio Cirilli – Laura Fabbri – Alessia Mulone (I.C. Don Milani – Prato); Alessandro Buffini (Liceo Copernico – Prato); Rodolfo Sarli (I.I.S. Ferraris-Brunelleschi – Empoli); Cristina Benvenuti – Daniela Cecchi – Eleonora Marchionni (Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana), “ che è alla base di questa disciplina, consente di mettere in atto metodologie di cooperative learning, classe capovolta, problem solving, flipped room con l’introduzione della figura di tutoring (studente-tutor) per sviluppare la peer education. Si instaura quindi una stretta collaborazione tra studenti e docenti per il raggiungimento degli obiettivi in un ambiente costruttivo e stimolante per entrambi. Questa didattica favorisce il raggiungimento di obiettivi formativi di tipo cognitivo e metacognitivo, il conseguimento di risultati trasversali di apprendimento e l’acquisizione di competenze trasversali, che contribuiscono alla crescita personale degli studenti”.
Padroneggiare l’uso di strumenti tecnologici
Il progetto è davvero una eccellenza stratosferica. Gli alunni – si legge nel documento “ROSE Project Robotics Opportunities (to foster) STEM Education”, il progetto Erasmus + – apprendono infatti a padroneggiare l’uso di strumenti tecnologici, con particolare attenzione alla sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, alla tutela della persona, dell’ambiente e del territorio; a servirsi di procedure e tecniche, in contesti di ricerca applicata, per trovare soluzioni innovative e migliorative in relazione alle tematiche disciplinari; a utilizzare gli strumenti culturali e metodologici acquisiti, formandosi a un atteggiamento razionale, critico e responsabile; a collocare le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche in una dimensione storico-culturale ed etica. Acquisiscono così competenze trasversali fondamentali, imparando a individuare le strategie appropriate per la soluzione di problemi; a osservare, a descrivere e ad analizzare fenomeni naturali e artificiali e a riconoscere nelle varie forme i concetti di sistema e di complessità; diventano consapevoli delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate. Le abilità e competenze acquisite permettono dunque il raggiungimento degli obiettivi formativi prefissati quali l’accettazione delle attività proposte; la cura dell’ambiente di lavoro e delle dotazioni; il rispetto e la collaborazione con i compagni; l’acquisizione di un metodo di lavoro idoneo alle attività di gruppo; l’analisi di un problema proposto e l’elaborazione di un procedimento risolutivo; la capacità di formulare ipotesi aggiuntive e di organizzare un’esperienza; la presa di coscienza dell’importanza della conoscenza della lingua inglese come mezzo di comunicazione.
Il valore aggiunto della robotica educativa nella didattica delle discipline
Il progetto ha permesso di introdurre la robotica educativa nella didattica delle discipline quale elemento attrattivo e di forte impatto emotivo e motivazionale negli studenti. Le attività proposte permettono agli allievi di confrontarsi, di studiare e di sperimentare soluzioni. Quindi ciò permette di sollecitare la loro immaginazione ma anche stimolare la ricerca, lo studio e l’implementazione di soluzioni innovative. Ogni studente ha la possibilità di riferire le proprie idee e argomentare per convincere gli altri della validità del proprio progetto. La scelta della soluzione “migliore” è condivisa con il gruppo di lavoro, prima, e con il gruppo classe, poi. Il processo, così sperimentato, ha consentito di comprendere la necessità di una documentazione chiara, completa e sintetica. Gli studenti – si legge nella sintesi del progetto “ROSE Project Robotics Opportunities (to foster) STEM Education”, il progetto Erasmus + – sono liberi, senza censura, di proporre soluzioni di fantasia, di criticare il lavoro dei compagni per individuarne criticità, pregi e difetti. In questa fase, una buona documentazione del lavoro svolto e della ricerca, dell’approccio e delle motivazioni che hanno portato a proporre una soluzione, possono essere di grande aiuto per sé e per gli altri, e consentono di tenere traccia delle varie esperienze in modo da poter tornare alla versione precedente e andare avanti con sicurezza forti di aver già prodotto una buona parte della documentazione tecnica indispensabile a documentare i progetti elaborati.
La robotica si applica, non si insegna
Applicare la robotica didattica delle discipline non vuol dire insegnare automazione industriale o progettazione robotica fine a se stessa, i valori messi in campo rivestono una più ampia ricaduta in termini educativi. Non si insegna la robotica agli studenti, ma si utilizza la robotica come strumento attrattivo per appassionare i giovani allo studio delle discipline scientifiche ed al tempo stesso problematiche tecnico-scientifiche. La robotica educativa è lo strumento che aiuta a costruire un percorso didatticamente innovativo anche per discipline non tecniche, l’approccio tecnologico induce ad affrontare anche lo studio delle problematiche connesse alla diffusione dell’uso della robotica nella società.
Il progetto “ROSE Project Robotics Opportunities (to foster) STEM Education”
In allegato lo strepito “ROSE Project Robotics Opportunities (to foster) STEM Education”, il progetto Erasmus + la cui sintesi è stata curata, per i rispettivi enti e le rispettive scuole da: Federica Bettin – Simonetta Melosi – Ezio Menchi – Riccardo Niccolai (I.T.T.S. Fedi-Fermi -Pistoia); Dionisio Cirilli – Laura Fabbri – Alessia Mulone (I.C. Don Milani – Prato); Alessandro Buffini (Liceo Copernico – Prato); Rodolfo Sarli (I.I.S. Ferraris-Brunelleschi – Empoli); Cristina Benvenuti – Daniela Cecchi – Eleonora Marchionni (Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana). Il progetto, rivolto agli alunni di varie classi dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo e secondo grado, intende offrire situazioni/stimolo e percorsi strutturati per introdurre la robotica come “mind tool”, come strumento cognitivo e ambientazione esperienziale con specifiche peculiarità di coinvolgimento e di originalità didattica. Attraverso un appropriato uso della robotica, gli allievi apprendono le prime basi dei linguaggi di programmazione, visualizzano i percorsi nello spazio, sviluppano la logica, misurano, analizzano problemi, discutono e formulano soluzioni. L’esperienza diretta e la scoperta attiva opportunamente guidata consentono agli allievi di sviluppare in modo costruttivo e partecipato le proprie conoscenze. Si esplorano le caratteristiche del robot, si impara a gestirne le funzionalità, a programmarlo per la realizzazione di azioni progettate e finalizzate. Si persegue anche, nel tempo, l’uso della robotica formativa come ambiente multidisciplinare, in grado di contaminare diverse aree disciplinari.
Robotica educativa e Progetto-Rose-curricolo-verticale-robotica