La Russa: «Meloni e il New York TImes? Chi ci scredita all’estero è ispirato dalla sinistra italiana»

La Russa: «Meloni e il New York TImes? Chi ci scredita all’estero è ispirato dalla sinistra italiana»

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di Marco Galluzzo

Il vicepresidente del Senato: «Il leader della coalizione verrà deciso dalle urne, non il PPE o i giornali stranieri, che ricevono suggerimenti interessati. Fratelli d’Italia non promette milioni di alberi ma cose realizzabili»

Ignazio La Russa, lei si definisce «più moderato di come qualcuno immagina, garante, con un ruolo da saggio, in grado di fare sintesi». Insomma sarebbe un’eccellente risorsa, con tanto di esperienza politica, del centrodestra unito. Vuole fare il ministro se vincete? «Ma no, l’ho già fatto». In veste di consigliere — amico di Berlusconi, in ottimi rapporti con Salvini, luogotenente di Giorgia Meloni — La Russa ha oggi la capacità di smussare ogni angolo, a differenza del passato.

Cominciamo dalla polemica del giorno, il commento del «New York Times» su di voi: «Il futuro dell’Italia è tetro». Nell’articolo di David Broder si definisce «evento sismico» la possibilità che «un partito di estrema destra arrivi alla guida di una grande economia dell’Eurozona».

«Come dice Meloni è solo fango. Io scorgo interessati suggerimenti di ambienti e think tank italiani di sinistra ancorati alla speranza che un antifascismo strumentale e pronto all’uso possa salvarli».

La leadership: al momento non siete d’accordo sul candidato premier.

«Questa domanda tradisce un racconto della sinistra, che ci vuole a tutti i costi divisi, e invece saremo comunque d’accordo sulle regole, il candidato sarà chi prende più voti, lo ha riconfermato anche Salvini. Non abbiamo un problema adesso, sceglieranno gli italiani, certamente non affidiamo la decisione ai giornali stranieri o al Ppe».

Ma non sarebbe logico presentarsi agli elettori dicendo che Meloni è candidata ad andare a Palazzo Chigi?

«Meloni non pretende di essere designata oggi leader del centrodestra, poi prenderemo atto del responso delle urne».

Non crede che Forza Italia abbia qualcosa da ridire su questa regola?

«Non lo so, non mi pare che Forza Italia abbia remore, e Tajani di fronte a un’improvvida interferenza del Ppe non ha aderito all’invito».

A quali ingerenze si riferisce?

«È come per il Nyt, se guardiamo la storia della destra ogni volta che chi è più accreditato a vincere si avvicina al momento del voto comincia un gioco di screditamento che collega quotidiani stranieri e ambienti intellettuali italiani. Toccherà anche alla Meloni? Forse sì, ma per fortuna queste cose non incidono sul voto degli italiani».

Non negherà anche che state litigando sui posti in lista?

«Non ci siamo ancora seduti per parlarne. Arriveremo a una sintesi, la regola è quella della media dei migliori sondaggi. Noi siamo circa al 50% della coalizione, ma ci sono comunque margini di flessibilità: c’è il ruolo dei partiti minori, il ruolo dei collegi chiave, di nuovo c’è che avremo veramente poco tempo per farlo e quindi le conflittualità dovranno essere ridotte per forza al minimo».

Armi all’Ucraina? Se andate al governo cambia qualcosa?«Gliele abbiamo date dall’opposizione figuriamoci al governo, se ci fosse bisogno di una garanzia la dà Fratelli d’Italia, ma non credo che nessuno del centrodestra possa tradire il patto atlantico, noi non potremmo mai stare al governo se non ci fosse un chiaro posizionamento atlantico, mai con forze che non siano a favore dell’Ucraina e dell’Occidente».

Vale la stessa cosa per la Nato?

«Certo, semmai riteniamo che dobbiamo starci più da pari, non hanno torto gli americani che dicono che bisogna contribuire adeguatamente per la propria sicurezza, alzando il livello del finanziamento dei singoli Stati europei».

È giusto azzerare la dipendenza dal gas russo?

«Lo sosteniamo da molto tempo, c’è un gap terribile, non solo sul gas russo, ma in genere sulla nostra dipendenza energetica. Io credo che occorra valutare le nuove tecnologie sul nucleare, noi abbiamo tutti i rischi degli impianti francesi a ridosso del confine e nessun vantaggio».

Quindi Draghi si è mosso bene?

«Su alcuni temi certamente, lo abbiamo anche riconosciuto, semmai il problema era conciliare le posizioni del Pd con quelle dei Cinque Stelle. La Meloni ha mantenuto un ottimo rapporto con lui, il problema è che i governi non vanno formati dall’alto, e questo non è imploso prima perché tutti avevano paura del voto anticipato, il collante non è stata l’agenda Draghi».

Cosa pensa del livello di ingerenza russa nella società italiana?

«Lo trovo modesto, quasi inesistente, credo che ci provino ma senza risultati».

Che programma avete per l’Italia?

«Abbiamo iniziato a definire un programma di governo a 360 gradi, non vogliamo cominciare a lanciare promesse funamboliche come il milione di alberi, comunicheremo un programma di cose realizzabili».

25 luglio 2022 (modifica il 25 luglio 2022 | 07:27)

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, 2022-07-25 05:28:00, Il vicepresidente del Senato: «Il leader della coalizione verrà deciso dalle urne, non il PPE o i giornali stranieri, che ricevono suggerimenti interessati. Fratelli d’Italia non promette milioni di alberi ma cose realizzabili», Marco Galluzzo

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