Inviata da Mario Bocola – La scuola Dada è l’ultima frontiera del sistema d’istruzione italiano, in cui, secondo gli esperti, si favorisce molto l’apprendimento che viene sollecitato dal fatto che gli alunni non stanno per cinque ore al giorno seduti nei banchi, ma sono in movimento dovendosi spostare da una classe all’altra, mentre il loro docente li riceverà già in aula.
La novità consiste che a spostarsi da una classe all’altra non sono più gli insegnanti bensì gli studenti che troveranno l’aula bella e attrezzata dai docenti delle diverse discipline. Tuttavia il metodo Dada necessita di spazi e attrezzature idonee e
adeguate che devono sollecitare e favorire il processo di apprendimento costruttivo.
Mentre da una parte il metodo pedagogico Dada si mostra come un’alternativa moderna alla lezione frontale non più accettata dagli alunni, ci sono dei risvolti non certamente adeguati per tutti gli studenti ad affrontare la Dada, perché questi ultimi
devono essere adeguatamente preparati nei diversi processi che la Dada comporta, ossia l’ordine delle file degli alunni a spostarsi da un’aula ad un’altra. Se così non fosse la Dada si trasformerebbe in un grande circo considerando la tipologia di
studenti che popolano la scuola italiana. La scuola si presenterà come una grande stazione ferroviaria con alunni, personale scolastico che continuamente affolleranno i corridoi dei plessi con il loro spostamento.
Sarà un continuo “scappa scappa” da un’aula all’altra e questo genererà caos e confusione. La scuola Dada ci ricorda le
gemelle Kessler con il loro famoso “Dadaumpa, Dadaumpa”. Solo che ora il famoso balletto degli anni settanta viene applicato al sistema scolastico italiano. A parte gli scherzi ne vedremo di belle a settembre!
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