La scuola paritaria cattolica deve pagare l’IMU sugli immobili utilizzati per l’attività didattica se la retta versata dagli studenti corrisponde a quella di mercato, indipendentemente dal fatto che altri istituti cattolici abbiano tariffe più alte o dal disavanzo della struttura.
La Cassazione ha respinto il ricorso di una scuola paritaria che offriva corsi per studenti di materna, elementari e medie, con tariffe che i giudici ritenevano coerenti con i prezzi di mercato.
Nonostante i ricorrenti abbiano sostenuto che la valutazione fosse ingiusta e non avesse tenuto conto della differenza tra il costo medio e il costo medio per studente, i giudici hanno rifiutato l’argomentazione, sottolineando che il disavanzo non era di rilevante entità e poteva essere influenzato da molteplici fattori.
Per la Cassazione, l’attività della scuola deve essere considerata commerciale e solo un pagamento simbolico può esentare dall’IMU.
Il disavanzo di bilancio non costituisce una prova sufficiente per la tassazione simbolica e i giudici hanno affermato che mancava la prova che le perdite fossero causate dal costo del servizio.
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