La storia del docente picchiato da alunni per sedare una rissa: Spero che recuperino un po di umanità. Il mio lavoro? Lo faccio con passione, non è un ripiego

Vincenzo Giordano, 26 anni, insegnante di sostegno presso un istituto scolastico, in provincia di Carpi, si trova a confrontarsi con le conseguenze di un’aggressione violenta. Nonostante i segni visibili dell’attacco subito, la sua attenzione rimane focalizzata sugli aggressori, desideroso di comprendere le radici della loro violenza.

L’episodio si è verificato durante una ricreazione, quando Giordano è intervenuto per proteggere uno studente, trovandosi così vittima di un attacco fisico che ha causato una frattura al setto nasale e altri danni. La risposta dell’insegnante all’aggressione si distingue per l’assenza di giudizio e la volontà di instaurare un dialogo costruttivo con i giovani responsabili.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha chiamato a una risposta severa all’incidente, evidenziando la necessità di un cambiamento legislativo per rafforzare il valore del voto in condotta e promuovere i lavori socialmente utili. La risposta delle forze dell’ordine è stata rapida, con i carabinieri che hanno già individuato i responsabili, tutti esterni all’istituto.

Nonostante le incognite su come gli aggressori siano entrati nell’istituto, dotato di un esteso sistema di videosorveglianza, Giordano rimane concentrato sulla comprensione delle dinamiche sociali che possono aver guidato il loro comportamento violento.

La comunità scolastica, compresi gli studenti di Carpi, ha espresso solidarietà e sostegno a Giordano, riconoscendo il suo coraggio e la sua dedizione. L’insegnante attende con ansia il momento in cui potrà tornare a scuola per rafforzare il legame con i suoi studenti e continuare il suo lavoro di comprensione e prevenzione della violenza giovanile: “Voglio rivedere l’alunno picchiato e tutti gli altri. Penso che si rinsalderà il nostro rapporto. Ma, ripeto, abbiamo anche il dovere di capire cosa c’è dietro l’aggressione. A tutti va data una chance e una possibilità di recupero”, spiega al Corriere della Sera.