La strategia di Draghi: oltre all’energia un nuovo Recovery

La strategia di Draghi: oltre all’energia un nuovo Recovery

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di Marco Galluzzo I risultati nella campagna sul tetto al prezzo del gas. La spinta per un meccanismo di finanziamento per la difesa europea, transizione digitale e ricostruzione La ricerca di una strada concreta su un tetto al prezzo del gas si rafforza. Entra nelle conclusioni del vertice che si apre oggi. Un price cap al gas russo, anche se temporaneo, nonostante i dubbi dell’autorità regolatoria europea, è una battaglia che Mario Draghi e il governo italiano hanno portato per primi in sede europea. C’è il rischio che siano solo parole, che a un testo non seguano decisioni effettive, come tante volte accade a Bruxelles, ma è comunque un passo avanti e la nostra diplomazia registra una cauta soddisfazione. Anche sulla crisi alimentare e il blocco del grano ucraino il dossier ha assunto ormai dimensioni più ampie rispetto a quelle su cui Draghi ha cominciato a lavorare alcune settimane fa. E l’insistenza italiana ha di certo preceduto l’attenzione internazionale, ed europea, che ora viene dedicata al problema. Il coinvolgimento diretto della Turchia, le telefonate a Putin, dopo quella del presidente del Consiglio, di Macron e Scholz, dicono che il problema avrà ormai una gestione negoziale coordinata anche dalla Commissione. Ma se alcuni dossier fanno dei passi avanti tanti altri restano al palo, compreso il sesto pacchetto di sanzioni sul quale ancora non c’è accordo. Tutti i leader sanno che questo Consiglio servirà alla fine ad approfondire i principali temi sul tavolo in vista del nuovo vertice europeo di fine mese, ma se la crisi alimentare e il price cap hanno dimensioni che possono essere definite di breve o di medio periodo, ci sono temi che per il premier hanno invece una cornice di lungo periodo ma non meno urgente. In grande sintesi la domanda che porrà oggi ai suoi colleghi il capo del governo italiano, in questo perfettamente in linea con Macron, è quella cui sta già lavorando da tempo: dove trovare, e con quali meccanismi, i fondi necessari per delle sfide da cui dipende il futuro geopolitico dell’Unione. Difesa europea, completamento sino al 2030 della transizione digitale e verde, ricostruzione dell’Ucraina, ricostruzione degli stock di armamenti che sono andati in questi mesi a Kiev: occorrono centinaia e centinaia di miliardi di euro e l’ordine degli obiettivi è anche intercambiabile, ma quando Draghi, così come l’inquilino dell’Eliseo, sostiene che bisogna decidere in fretta come trovare meccanismi di finanziamento affronta temi molto sensibili, che vedono ancora su sponde opposte i cosiddetti Paesi «frugali» del Nord da una parte e quelli con dei conti pubblici meno solidi, come il nostro. Con i soli bilanci nazionali non si ridisegna l’Unione, è la convinzione del presidente del Consiglio. Occorre prendere a modello e replicare i meccanismi del Next Generation Eu, quel piano di ripresa dal Covid che ha nella capillarità degli obiettivi e in un controllo strettissimo della Commissione alcuni punti di forza. Oltre a costituire un precedente sull’argomento che per anni ha allontanato il nostro Paese da Berlino: l’emissione di debito comune, con a garanzia il bilancio dell’Unione Europea. Per Draghi è un modello replicabile, è forse l’unica strada possibile se veramente si vorrà avere voce in capitolo nella ricostruzione e nel futuro dell’Ucraina, così come su gli altri dossier. Se bisogna fare di tutto per sbloccare i porti ucraini e mettere fine alla guerra, bisogna anche fare di tutto — vista da Palazzo Chigi — per rimodellare l’Unione Europea su una prospettiva geopolitica e finanziaria diversa dall’attuale. 29 maggio 2022 (modifica il 29 maggio 2022 | 22:35) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-29 20:20:00, I risultati nella campagna sul tetto al prezzo del gas . La spinta per un meccanismo di finanziamento per difesa europea, transizione digitale e ricostruzione, Marco Galluzzo

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