l’intervista Mezzogiorno, 29 settembre 2022 – 13:38 Parla il segretario regionale del Pd che fa il punto dopo la sconfitta e le forti polemiche interne. «Le critiche del sindaco Decaro riguardano la gestione nazionale» di Francesco Strippoli Marco Lacarra Il Pd parla un linguaggio discorde quando affronta il risultato elettorale: Emiliano dice che il Pd cresce in Puglia di tre punti, Decaro si duole e chiede di «smantellare il modello» del partito. Onorevole Lacarra, segretario Pd, lei dove si colloca? «Non vorrei fare l’ecumenico a tutti i costi, hanno ragione entrambi. Emiliano fa riferimento ad un Pd che in Puglia resiste, grazie alla Primavera pugliese, ai dirigenti, ai sindaci, agli amministratori». Decaro non è contento? «Antonio fa un ragionamento nazionale, c’è molto da rivedere nel nostro partito e io sono d’accordo. Penso alla critica rivolta alle correnti che l’hanno divorato, alla necessità di lasciar operare sul territorio persone credibili, alla necessità di cambiare la legge elettorale». A proposito di lingue diverse. Boccia replica che lo smantellamento somiglia alla rottamazione. Di renziana memoria. «Non mi è sfuggito il riferimento. Però penso che siamo in una situazione molto grave. Dopo la nostra seconda sconfitta nazionale alle Politiche, dopo quella del 2018, abbiamo un partito che ha bisogno di essere rivitalizzato». Anche in Puglia? «Parlo del partito a livello nazionale. E approfitto per chiarire un mio pensiero, travisato, su questo punto. Non ho mai avuto alcuna intenzione di criminalizzare il ruolo dei dirigenti locali». Non ha parlato di circoli chiusi all’esterno? «Ho parlato della necessità che si aprissero. Ma non era un appunto generale, anzi vorrei rimarcare l’impegno dei tantissimi dirigenti di circoli che hanno fatto il possibile per evitare un risultato elettorale mortificante. Certo qualcuno deve fare lo sforzo di essere come un buon padre di famiglia. Deve avere pazienza e tessere rapporti con tutte le forze civiche che sono attorno al Pd. Senza le quali non si vince. Il Pd non è autosufficiente, né a livello nazionale, né a livello locale». A proposito di Boccia: è finito nel mirino di molti per come sono state fatte le liste. «Non so se la responsabilità sia sua o di Letta. So che il vulnus inferto alla Puglia è stato quello di consentire la candidatura della senatrice campana Valente, rieletta. La quale ringrazia Napoli e si dimentica di dire grazie ai pugliesi, ma questo lasciamolo al folklore. Viceversa la candidatura di Antonio Misiani, peraltro eletto poi a Bergamo, poteva essere comprensibile: è commissario a Taranto. Se Loredana Capone fosse stata seconda invece che quarta, oggi avremmo una senatrice salentina e non campana». Nessuno si è opposto. E questo ha consentito ad Amati di parlare di liste “invotabili”. «Io ho appreso dell’elenco del Senato dieci minuti prima che cominciasse la direzione che ha approvato le liste. Quanto ad Amati, ha fatto una battaglia molto personale». Cosa significa? «Aveva chiesto di essere candidato nel collegio uninominale della Camera di Bari. Nella riflessione che feci con Decaro, il sindaco rivendicò di avere il giusto titolo per dire l’ultima parola al riguardo. Fu perciò individuata una figura straordinaria, la professoressa Torsi, che Letta ha definito la migliore candidata d’Italia. Invotabile la Torsi? E sarebbero state votabili le liste pd se Amati fosse stato candidato a Bari, come chiedeva? Chiedo un po’ di realtà e di onestà intellettuale. Quella della Torsi è stata una candidatura che ha nobilitato la città e messo in luce il mondo della scienza e della ricerca». Contingenze a parte: perché il Pd, al governo da quasi 20 anni in Puglia, stenta alle Politiche? «È vero, qui non siamo mai andati bene: nel 2008, nel 2013, nel 2018. Ma poniamoci la domanda: perché nello stesso giorno, nel 2019, la Lega prende il 26% alle Europee a Bari città e l’8% alle Comunali? E perché nello stesso giorno Decaro diventa sindaco? C’è un appeal dei candidati che prevale sul simbolo. Questo è possibile se la legge elettorale lo consente, se ti fa scegliere. Se questo non avviene, come succede con le norme attuali, il voto si trasferisce su messaggi mediatici nazionali. Su questo noi non siamo stati particolarmente bravi». Il Pd è alle prese con l’individuazione del nuovo segretario nazionale. Decaro è invocato da più parti. Che pensa? «Con Decaro riconosco di essere di parte. Sono cresciuto politicamente con lui. Ho stima e fiducia nell’uomo e nel politico. Se si candidasse lo sosterrei senza riserve: per la competenza, la preparazione, la capacità di mediazione. Non potrei avere dubbi. Ma su questa candidatura, ovvio, non è sufficiente né il giudizio di Lacarra e nemmeno della Puglia. C’è bisogno di una larga condivisione da costruire». La newsletter del Corriere del Mezzogiorno – PugliaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 29 settembre 2022 | 13:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-29 14:48:00, Parla il segretario regionale del Pd che fa il punto dopo la sconfitta e le forti polemiche interne. «Le critiche del sindaco Decaro riguardano la gestione nazionale»,