Iperlacrimazione: come  si cura il disturbo, spesso dovuto a un’infezione

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di Antonella Sparvoli

Nei bambini è piuttosto frequente che il problema sia causato da un’ostruzione congenita del dotto naso-lacrimale. Negli adulti, invece, è più spesso un problema batterico o virale

Lacrime che scendono lungo la guancia senza apparente motivo: è ciò che accade in chi soffre di iperlacrimazione, o in termini medici «epifora», fastidioso disturbo che può colpire grandi e piccoli. «Talvolta alla sua origine c’è un’irritazione della ghiandola lacrimale che causa un’alterazione della composizione delle lacrime o, più di rado, della loro quantità — premette Paolo Nucci, professore ordinario di oftalmologia all’Università degli Studi di Milano —. Tuttavia nella maggior parte dei casi l’epifora è conseguenza di un scarso drenaggio delle lacrime, dovuto a un’occlusione parziale o completa delle vie lacrimali a vari livelli».

Com’è fatto l’apparato lacrimale e perché si può alterare?

«L’apparato lacrimale è costituito da unità secernenti e unità drenanti. Le prime sono rappresentate da un gruppo di ghiandole (ghiandola lacrimale principale e alcune ghiandole lacrimali accessorie) che si occupano della secrezione delle tre componenti principali del film lacrimale (lipidica, acquosa e mucosa) sulla superficie del bulbo oculare. La porzione drenante è invece costituita dai punti lacrimali, dai canalicoli lacrimali, dal sacco lacrimale e infine dal dotto naso-lacrimale. In pratica una volta prodotte, le lacrime passano attraverso questo sistema di piccoli canali per essere raccolte prima nel sacco lacrimale e scorrere poi nel dotto nasolacrimale. I disturbi della lacrimazione sono il risultato di alterazioni del fisiologico processo di produzione e deflusso delle lacrime».

Quali sono le principali cause di epifora nel bambino?

«Quando il fenomeno si verifica in età pediatrica è molto facile che derivi da un’ostruzione congenita del dotto naso-lacrimale, condizione che interessa circa il sei per cento dei neonati. Il bambino nasce con un dotto naso-lacrimale che non è immediatamente aperto: è un lume virtuale perché le pareti sono collabite e di norma, con il passare del tempo, la lacrimazione crea un passaggio. Tuttavia in alcuni casi questo non avviene e si instaura una lacrimazione eccessiva che nel neonato si associa molto di frequente a una secrezione mucosa, spesso scambiata per pus. Di solito però si tratta solo di muco, lo stesso che troviamo nel naso quando lo soffiamo. Talvolta l’epifora nel bambino può derivare anche da un’infezione erpetica della palpebra che crea una piccola cicatrizzazione a livello del canalino lacrimale, ostruendolo».

E nell’adulto?

«Nell’adulto l’epifora di solito è un fenomeno contingente a un’infiammazione del sacco lacrimale, la dacriocistite, che ha origine da un’infezione virale o batterica dei dotti lacrimali. In questi casi l’eccessiva lacrimazione dall’occhio è accompagnata dalla presenza di un secreto francamente purulento e da un indolenzimento, come se ci fosse un ascesso. Talvolta la dacriocistite può determinare anche un restringimento o l’occlusione del dotto naso-lacrimale. In altri casi l’eccessiva lacrimazione può essere un sintomo della sindrome dell’occhio secco oppure essere secondaria a un’importante congestione nasale».

Come si può contrastare?

«In gran parte dei casi l’ostruzione congenita del dotto naso-lacrimale del neonato si risolve spontaneamente con massaggi delicati nel lato interno dell’occhio e l’uso di gocce oculari fluidificanti che favoriscono l’apertura del dotto. Se il normale deflusso non viene ristabilito entro l’anno di età, si esegue un sondaggio delle vie lacrimali, un breve intervento eseguito sedando il bambino per pochi minuti. In pratica si penetra all’interno del puntino lacrimale con una piccola sonda per forzare l’ostruzione e creare una via di deflusso delle lacrime. Questa tecnica ha una percentuale di successo elevata, oltre l’80 per cento, ma dopo i due anni di età è pressoché inefficace. In questi casi bisogna passare nel lume un filo di silicone che viene lasciato in sede per creare un canale artificiale per il deflusso delle lacrime. Il trattamento standard della dacriocistite dell’adulto consiste inizialmente in una terapia con antibiotici, che possono essere assunti sia per bocca sia attraverso colliri. Se la dacriocistite non risponde a questa terapia e tende a recidivare a causa dell’ostruzione del dotto naso-lacrimale si può prendere in considerazione l’intervento di dacriocistorinostomia, spesso eseguita da oculista e otorinolaringoiatra insieme. Tale procedura prevede la creazione di un passaggio di scarico tra il sacco lacrimale e la mucosa nasale per impedire l’accumulo di materiale purulento e permettere il deflusso delle lacrime».

5 novembre 2022 (modifica il 5 novembre 2022 | 17:39)

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, 2022-11-05 17:04:00, Nei bambini è piuttosto frequente che il problema sia causato da un’ostruzione congenita del dotto naso-lacrimale. Negli adulti, invece, è più spesso un problema batterico o virale , Antonella Sparvoli

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