Laffondo dello scrittore Massini: Ma quale natalità se i giovani in banca devono farsi accompagnare dai genitori?

Durante il suo intervento alla Repubblica delle Idee, l’evento realizzato da La Repubblica, lo scrittore Stefano Massini ha approfondito un tema di grande rilevanza contemporanea: la parola ‘lavoro’ e il suo significato.

“Ci sono tante cose da dire sulla parola lavoro”, ha esordito Massini, sottolineando come la percezione del lavoro sia radicalmente cambiata con l’avvento dei social media.

Massini notava, con particolare interesse, come un tempo le persone definissero la propria identità in base al lavoro che svolgevano, tanto da farne il primo elemento di presentazione su Facebook. Oggi, questa tendenza è drasticamente diminuita. Secondo Massini, “oggi abbiamo perso un elemento essenziale: l’innamoramento per il lavoro”.

Il linguaggio del lavoro è in continua evoluzione. Massini fa notare come ormai la maggior parte dei termini legati al lavoro siano di derivazione inglese. “Il lessico del lavoro è cambiato”, afferma Massini, “Adesso quasi tutte le parole sono in inglese. Usiamo un dizionario ormai esterofilo, perché adottiamo il linguaggio della tecnologia in una lingua che non è più la nostra”.

Non solo linguaggio, ma anche visione politica: secondo Massini, la politica non dovrebbe limitarsi a gestire i fatti ma dovrebbe portare con sé anche delle visioni. Si tratta, per esempio, della questione dei diritti lavorativi, che dovrebbero essere affrontati con serietà, al di là della propaganda politica.

Infine Massini pone un’interrogazione provocatoria sul concetto di identità italiana, sottolineando come siano i giovani a dover affrontare i problemi più pressanti. Questi, quando necessitano di un prestito bancario per l’acquisto di una casa, devono essere accompagnati dai genitori, che fungono da garanti. Una riflessione sulle priorità del nostro tempo e sulle sfide che attendono le nuove generazioni.