a francoforte
di Giuliana Ferraino 18 nov 2022
Le parole di Christine Lagarde spingono di nuovo il rendimento del Btp decennale oltre la soglia del 4%, dopo alcuni giorni di tregua, mentre lo spread con il Bund tedesco a 10 anni resta invariato intorno a quota 194 punti, riflettendo il rialzo generalizzato dei titoli di Stato della zona euro davanti alla nuova stretta monetaria preannunciata dalla presidente della Bce, con la riduzione del bilancio della banca centrale.
«Siamo costantemente confrontati con eventi e shock imprevedibili. Ma ciò che rende la situazione odierna particolarmente impegnativa è che non solo stiamo affrontando una sequenza di eventi sfortunati — la pandemia, la crisi energetica, l’ingiustificabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’alta inflazione — ma che, di conseguenza, anche l’ambiente che ci circonda sta cambiando», afferma Lagarde parlando allo European Banking Congress a Francoforte. Alcune delle principali tendenze che hanno caratterizzato gli ultimi decenni si stanno «modificando o addirittura invertendo», spiega Lagarde. Tanto che non possiamo più supporre, almeno nel prossimo futuro, che l’offerta globale si espanderà gradualmente o che la domanda globale agirà da ammortizzatore. E questo impatta sulla politica macroeconomica negli anni a venire.
Negli ultimi 30 anni, l’ingresso della Cina nell’economia mondiale ha reso più efficienti le catene di approvvigionamento (supply chain), mentre la globalizzazione permetteva all’offerta di essere più flessibile e indipendente dal mercato domestico. La presidente della Bce ricorda che questo è stato particolarmente utile alla vigilia del debito sovrano quando «tra il 2010 e il 2014, la domanda esterna come quota del Pil dell’area euro è raddoppiata».
Questo è servito a tenere a freno l’inflazione. Al contrario, oggi nell’economia globale assistiamo a vincoli all’offerta a causa delle interruzioni della catena di approvvigionamento, delle politiche zero-Covid, dei tagli alla produzione di energia e dell’invasione russa dell’Ucraina, osserva Lagarde. E spiega: «Invece di aumentare le quantità per soddisfare la domanda, i prezzi sono aumentati. Questo è uno dei motivi principali per cui, insieme all’aumento dei prezzi dell’energia, l’inflazione è tornata così forte».
Gli choc provocati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina hanno creato quella che Lagarde definisce «la nuova mappa globale», che è caratterizzata da «due cambiamenti chiave». Il primo è «il passaggio dall’efficienza alla sicurezza nelle catene di approvvigionamento globali». Come vediamo nelle nuove politiche industriali che negli ultimi anni hanno privilegiato gli obiettivi geopolitici rispetto alle preoccupazioni di efficienza, parlando di re-shoring o friend-shoring (delocalizzazione nei Paesi amici). Il secondo passaggio è «dalla dipendenza alla diversificazione», soprattutto nei mercati energetici. Come stanno sperimentando in modo doloroso molti Paesi europei.
Nel lungo periodo la necessità di diversificare accelererà probabilmente la transizione verde in Europa e i massicci investimenti nelle energie rinnovabili aumenteranno nel tempo sia l’offerta di energia che la domanda aggregata. Ma durante la fase di transizione, ci troviamo di fronte a effetti incerti su entrambi i fronti dell’economia, sostiene l’avvocata francese.
In un quadro così incerto e in evoluzione, è quindi cruciale garantire la stabilità dei prezzi. «L’inflazione nell’area dell’euro è troppo alta», avendo raggiunto la doppia cifra in ottobre (10,6%) per la prima volta dall’inizio dell’unione monetaria, ricorda Lagarde. Ed è probabile che questo livello di prezzi rimanga «elevata per un periodo prolungato». Perciò la Bce deve «monitorare con molta attenzione l’evoluzione delle aspettative di inflazione», insiste. Anche perché «il rischio di recessione è aumentato».
Perciò « prevediamo di aumentare ancora i tassi», ribadisce Lagarde. «Alzeremo i tassi a livelli tali da riportare l’inflazione al nostro obiettivo di medio termine in modo tempestivo» (2% simmetrico). Per questo «limitarsi a rimuovere l’accomodamento monetario», cioè portare i tassi al livello ritenuto di neutralità «potrebbe non bastare». Oltre ad agire sui tassi che, ha ricordato Lagarde, «sono e rimarranno lo strumento più efficace per definire la nostra posizione politica nel contesto attuale», per aggiustare il nostro orientamento politico è anche «opportuno che il bilancio della Bce sia normalizzato in maniera misurata e prevedibile». E ha spiegato: «A dicembre definiremo i principi chiave per ridurre i nostri stock di titoli nel nostro portafoglio». Ma «parallelamente, rimarranno in vigore i nostri strumenti per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria», in particolare la flessibilità sui rinnovi di titoli nel programma Pepp e il nuovo meccanismo antispread.
La Bce farà in modo che una fase di inflazione elevata non si ripercuota sulle aspettative di inflazione, permettendo a un’inflazione troppo alta di radicarsi, assicura Lagarde. «Abbiamo agito con decisione, aumentando i tassi di 200 punti base, e prevediamo di aumentarli ulteriormente fino ai livelli necessari per garantire che l’inflazione ritorni tempestivamente al nostro obiettivo di medio termine del 2%», conclude.
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, 2022-11-18 11:30:00, «Continueremo ad alzare i tassi per riportare giù l’inflazione, salita a doppia cifra a ottobre. A dicembre i principi chiave per ridurre i titoli nel nostro portafoglio», Giuliana Ferraino