Lagarde e la permacrisi

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Basta fatti, vogliamo promesse, la scritta storica segnalataci da un lettore, che l’ha letta su un muro della sua citt. Una battuta paradossale, ma come tutti i paradossi contiene un fondo di verit.

Esaurita per fortuna la stagione dei venditori di fumo, ci ritroviamo guidati da gente forse seria, ma sconsolatamente priva di qualsiasi visione.

Prendiamo la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde. Ogni volta che apre bocca per ricordarci che dobbiamo morire. Chi occupa quel ruolo dovrebbe infondere entusiasmo e stimolare speranze, tanto pi che i mercati finanziari sono emotivi e suggestionabili peggio di un asilo nido. Invece Lagarde ha pensato bene di tirarci su il morale vivisezionando la parola dell’anno, permacrisi, che significa crisi permanente caratterizzata da un susseguirsi e sovrapporsi di emergenze, cio la condizione umana dai tempi di Adamo. Ma non per Lagarde, convinta di vivere nel peggiore dei mondi possibili e smaniosa di farcelo sapere, oltretutto senza indicare una via di uscita che non siano i soliti messaggi algidi per addetti ai lavori.

Qualcuno lo spaccer per realismo, mentre rassegnazione. Realista era Churchill, che, nell’ora pi buia di una permacrisi un po’ pi permacritica di questa, parl di sangue, sudore e lacrime, ma anche di resistenza e di vittoria. Il rassegnato dice che far sempre pi freddo e non resta che mettersi il maglione. Il realista si mette un maglione e va ad accendere il fuoco.

Il Caff di Gramellini vi aspetta qui, da marted a sabato. Chi abbonato al Corriere ha a disposizione anche PrimaOra, la newsletter che permette di iniziare al meglio la giornata. Chi non ancora abbonato pu trovare qui le modalit per farlo, e avere accesso a tutti i contenuti del sito, tutte le newsletter e i podcast, e all’archivio storico del giornale.

10 dicembre 2022, 07:09 – modifica il 10 dicembre 2022 | 07:09

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-12-10 06:10:00,

Basta fatti, vogliamo promesse, la scritta storica segnalataci da un lettore, che l’ha letta su un muro della sua citt. Una battuta paradossale, ma come tutti i paradossi contiene un fondo di verit.

Esaurita per fortuna la stagione dei venditori di fumo, ci ritroviamo guidati da gente forse seria, ma sconsolatamente priva di qualsiasi visione.

Prendiamo la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde. Ogni volta che apre bocca per ricordarci che dobbiamo morire. Chi occupa quel ruolo dovrebbe infondere entusiasmo e stimolare speranze, tanto pi che i mercati finanziari sono emotivi e suggestionabili peggio di un asilo nido. Invece Lagarde ha pensato bene di tirarci su il morale vivisezionando la parola dell’anno, permacrisi, che significa crisi permanente caratterizzata da un susseguirsi e sovrapporsi di emergenze, cio la condizione umana dai tempi di Adamo. Ma non per Lagarde, convinta di vivere nel peggiore dei mondi possibili e smaniosa di farcelo sapere, oltretutto senza indicare una via di uscita che non siano i soliti messaggi algidi per addetti ai lavori.

Qualcuno lo spaccer per realismo, mentre rassegnazione. Realista era Churchill, che, nell’ora pi buia di una permacrisi un po’ pi permacritica di questa, parl di sangue, sudore e lacrime, ma anche di resistenza e di vittoria. Il rassegnato dice che far sempre pi freddo e non resta che mettersi il maglione. Il realista si mette un maglione e va ad accendere il fuoco.

Il Caff di Gramellini vi aspetta qui, da marted a sabato. Chi abbonato al Corriere ha a disposizione anche PrimaOra, la newsletter che permette di iniziare al meglio la giornata. Chi non ancora abbonato pu trovare qui le modalit per farlo, e avere accesso a tutti i contenuti del sito, tutte le newsletter e i podcast, e all’archivio storico del giornale.

10 dicembre 2022, 07:09 – modifica il 10 dicembre 2022 | 07:09

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, Massimo Gramellini

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