L’agenda del dopo Draghi: fare politica (bene) è possibile

L’agenda del dopo Draghi: fare politica (bene) è possibile

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di Barbara Stefanelli

Settembre accende la campagna elettorale. Pochi punti (e un metodo) per non disperdere quanto abbiamo imparato

Proviamo, varcata la soglia di settembre, a dirci cosa vorremmo non si disperdesse della stagione che va a chiudersi domenica 25: più che l’agenda Draghi, un’agenda dopo Draghi. Il primo punto, quasi un prologo, è operativo. Fare politica — governare per il bene comune senza disperdere consenso — si è rivelato semplice (non “facile”) nella massima complessità. Obiettivi sensati e dichiarati. Numeri di partenza e, possibilmente, di arrivo. Strade da tentare per coprire la distanza. Lavoro preparatorio. Discussioni di merito. Addio a sberleffi, slogan, hashtag. Meno ansia di saturare l’orizzonte di attesa. Di colpo, zero rumore di fondo. Questo non significa che tutto è stato compiuto o anche solo affrontato. Ma, a valle di un anno e mezzo, resta un’inedita sensazione di equilibrio tra ragionevolezza e competenze.

Una rivoluzione — se pensiamo a come era cominciata la XVIII legislatura, marzo 2018, in un Paese sempre affamato di novità e di leader forti (salvo poi non sopportarli più), incline alla contrapposizione più che al confronto. Nel suo discorso di saluto al Meeting di Rimini, Mario Draghi ha detto che l’Italia può farcela «qualunque sarà il colore del nuovo governo». Ma la scommessa sul futuro dipenderà, non poco, da quanto questo “metodo” — questo modo di procedere con efficacia bucando la nuvola dell’informazione politica gridata e frammentata — si rivelerà un modello acquisito dalle classi dirigenti.

Il secondo punto è l’Europa. L’Italia non può pensare di fare da sola, sognando sgangherate strade autarchiche. Non è passato in fondo molto da quando si immaginava di celebrare un’uscita solitaria dall’euro. Questa integrazione nazionale nel tessuto a 27 dell’Unione vale per la linea alla quale restare ancorati guardando all’Ucraina e per la strategia comunitaria da definire in risposta alla crisi energetica. Ma, forse ancora di più, vale per le giovani generazioni che devono potersi sentire – e muoversi nel mondo – cittadini europei consapevoli, spinti dalla storia che ci appartiene e dalla speranza di poter fare meglio insieme.

A questo si lega la necessità di restare saldi nell’applicazione di quanto prevede il Piano nazionale di riforma e resilienza, quel Pnrr approvato nel 2021 per rilanciare l’economia paralizzata dalla pandemia. Non c’è spazio né tempo per rinegoziare gli accordi che attivano il flusso di quasi 200 miliardi destinati, in via eccezionale e probabilmente irripetibile, da Bruxelles a Roma. E poi da Roma alle Regioni e ai Comuni. L’argomento prediletto in campagna da candidati ed elettori è il fisco, ogni sondaggio lo conferma. Enrico Marro, sul numero 35 di 7 in edicola il 2 settembre, inaugura proprio con Tasse & lavoro le quattro puntate di sintesi dei programmi che 7 vi proporrà in questi venerdì settembrini.

È giusto partire dai conti che incalzano famiglie e imprese in una fase di incertezza crescente. Ciascuno potrà valutare quale schema di tagli promessi ha più chance di rispondere alle aspettative personali, magari dopo averne valutato la sostenibilità di fronte agli equilibri di bilancio che l’Italia deve continuare a presidiare. Su tutto, però, si impone la lotta all’evasione, che rappresenta il più grave fattore di ingiustizia in un Paese che vede una parte della popolazione vivere cronicamente sulle spalle – e alle spalle – di un’altra. Infine i diritti: sono destinati alla coda? L’esperienza americana sta dimostrando che toccare un nodo come l’aborto, dopo decenni di garanzie costituzionali, può rivelarsi una potente motivazione al voto: negli Usa l’elettorato femminile ha fatto un balzo e il partito di Biden azzarda ora un’aritmetica meno pessimista sul controllo del Congresso. È una prova di vitalità. La democrazia funziona quando le libertà individuali restano in simbiosi con la giustizia sociale. E fiorisce quando non si indebolisce l’impegno – incessante nel tempo, sensibile ai cambiamenti – ad appianare le asimmetrie tra i diritti dei cittadini.

2 settembre 2022 (modifica il 2 settembre 2022 | 06:21)

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, 2022-09-02 04:42:00, Settembre accende la campagna elettorale. Pochi punti (e un metodo) per non disperdere quanto abbiamo imparato, Barbara Stefanelli

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