Da Orizzontescuola.it: LAI potrebbe diventare un oracolo personalizzato, influenzare la pianificazione della spesa pensionistica o la valutazione immobiliare

Sune Lehmann, dell’Università Tecnica della Danimarca a Lyngby, ha portato l’Intelligenza Artificiale (AI) a un livello sorprendente.

Descritto nella prestigiosa rivista Nature Computational Science, il suo algoritmo può ora prevedere aspetti cruciali della vita umana, come l’aspettativa di vita e le dinamiche delle relazioni sociali.

Il sistema AI ha imparato a fare previsioni individuali dopo essere stato alimentato con dati di 6 milioni di persone. Si è trasformato in uno strumento predittivo del comportamento umano, sollevando importanti questioni etiche.

Andrea Bertolini, giurista della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e esperto in robotica e interazione uomo-macchina, ha sottolineato l’importanza di questa evoluzione, sottolineando l’abilità dell’AI di analizzare grandi volumi di dati per identificare schemi e ripetizioni.

In anni recenti, l’AI ha dimostrato di poter imitare abilità umane come la scrittura, il linguaggio e l’espressione artistica. I ricercatori danesi hanno ora applicato questi algoritmi per prevedere aspetti della vita umana, analogamente a come le relazioni tra le parole vengono codificate nel linguaggio.

Analizzando aspetti come la salute, il reddito e il luogo di residenza, l’algoritmo ha cercato di prevedere elementi futuri della vita umana. La ricerca si è concentrata su aspetti come la mortalità precoce e caratteristiche della personalità influenzanti la sfera sociale.

Sebbene i risultati siano stati accurati, lo studio evidenzia la necessità di dibattere sull’uso reale di tali applicazioni e sui possibili impatti sui diritti individuali. L’AI potrebbe diventare un oracolo personalizzato, influenzare la pianificazione della spesa pensionistica o la valutazione immobiliare.

Bertolini ha evidenziato l’importanza di valutare la capacità previsionale di tali modelli per definirne l’utilizzo e i dati personali che possono essere impiegati. Questo studio rappresenta un importante passo avanti nella ricerca, ma solleva anche questioni critiche riguardanti l’etica e la privacy nell’era dell’AI.