L’alleanza fa rete a Torino e dà una casa ai bambini malati in fuga dalla guerra

L’alleanza fa rete a Torino e dà una casa ai bambini malati in fuga dalla guerra

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di Simona De Ciero

Le missioni umanitarie di Regione Piemonte e ospedale «Regina Margherita» e l’impegno di CasaOz, Casa Ugi e Sermig per i piccoli immunodepressi. Ospitati nelle strutture anche i nuclei ucraini che accompagnano i figli

«È successo tutto troppo in fretta. Non avrei mai pensato che, in poche ore, avremmo perso ogni cosa: la casa, il lavoro, la garanzia di vivere in un posto sicuro, la possibilità di curare il mio bambino malato. Mi sono svegliata una mattina, e la mia vita non esisteva più: attorno solo morte, bombe, pericoli». Sono le prime parole pronunciate da una delle mamme Ucraine arrivate in Italia con i suoi figli, tra cui un bambino oncologico, grazie a una delle missioni umanitarie organizzate dalla Regione Piemonte e dall’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, e finanziate da alcune aziende del territorio (Reale Foundation, Fondazione Edison Orizzonte Sociale, Fondazione Azimut Onlus, Guido Gobino Cioccolateria Artigiana).

«Stiamo trattando i piccoli profughi ucraini con protocolli di cura che mirano a offrire loro percentuali di guarigione analoghe a quelle di un bambino che si ammala in Italia – spiega la dottoressa Franca Fagioli, direttrice del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino al Regina Margherita – e le terapie stanno andando molto bene. L’indice di guarigione si aggira intorno all’80% e, certamente, è favorito sia dalle terapie cliniche, sia dalla qualità della vita garantita dalla rete di accoglienza messa in piedi per gestire questa nuova emergenza». Alleati per essere più efficaci: «CasaOz, Casa Ugi e Sermig, strutture che riescono a fare sistema e ospitare i bambini immunodepressi, si sono unite garantendo ai piccoli pazienti gli standard di sicurezza richiesti dalle loro patologie ma, allo stesso tempo, proponendo attività educative e ludiche che gli permettono di vivere la socialità che infanzia e adolescenza, giustamente, richiedono».

Le richieste

Quattro di queste famiglie vivono a CasaOz, una struttura nata nel 2007, nelle immediate vicinanze del nosocomio torinese dei bambini, per essere un luogo di accoglienza destinato ai piccoli che affrontano la malattia e alle loro famiglie. «Oggi più che mai serve andare oltre ogni emergenza per sostenere chi è in difficoltà, supportare le nuove richieste d’aiuto che il nostro tempo pone come grandi sfide contemporanee, accrescere la velocità di risposta ai bisogni sociali e fare rete tra vari sistemi di auto mutuo aiuto». La pensa così Enrica Baricco, presidente e fondatrice di CasaOz, che ha lanciato una campagna sms per sostenere le famiglie colpite «da una doppia tragedia: la malattia dei propri figli e la guerra, che costringe alla fuga».

Come Kira, che ha 7 anni, è malata di leucemia, ed è arrivata a Torino con il fratello e la mamma; Alexander, 3 anni, che soffre di un tumore addominale ed è ospite di CasaOz insieme alla sua mamma; Heorhii, 4 anni, anche lui con tumore addominale e in Italia con la mamma e la sorella; e Vladislav, un ragazzino oncologico di 15 anni a Torino con mamma e fratello, per essere seguito nel percorso di cura. Non solo. «Da CasaOz – precisano la dottoressa Fagioli ed Enrica Baricco – i bambini frequentano la scuola, hanno piccoli compiti e responsabilità da portare a termine durante la giornata, sono coinvolti in attività sportive. In sostanza, non sono inerti, ad aspettare che qualcuno gli risolva i problemi, ma vivono una vita il più normale possibile, e questo offre loro la serenità di affrontare la malattia come uno status temporaneo», dal quale possono, e devono uscire, il prima possibile.

«Heorhii sta combattendo le cure chemioterapiche con grande coraggio: mio figlio è un vero guerriero e lui, sì, che combatte una guerra giusta – spiega mamma Viktoriia – siamo a CasaOz da un paio di mesi e i miei bambini (Heorhii e Kseniia ndr) sono contenti di stare in un luogo sicuro dove anch’io mi sento tranquilla». Nonostante tutto, però, i due piccoli «mi chiedono ogni giorno quando potremo tornare a casa – conclude Viktoriia – e, ogni volta, è un grande dolore non potergli rispondere». Un punto di vista condiviso anche dalle altre mamme. «Lo scorso marzo, i medici del Regina Margherita sono venuti a prenderci e ci hanno portato in salvo – ricorda Yulia – ora mia figlia è seguita da loro e io vivo con lei, e con l’altro mio figlio, a CasaOz: i primi giorni sono stati difficili, specialmente per i bambini, ma qui ci aiutano, io sto vedendo rifiorire i miei piccoli e, giorno dopo giorno, abbiamo imparato a sentirci come a casa».

Dall’inizio della sua attività, CasaOz ha aiutato 2.300 persone in difficoltà provenienti da 40 Paesi del mondo, offrendo ai bambini malati o disabili, e alle loro famiglie, un modello di quotidianità capace di curare anche le ferite dell’anima. Fino al 28 maggio, è possibile sostenere la onlus torinese attraverso un sms solidale da 2 euro inviato al numero 45589 da cellulari Windtre, Tim, Vodafone, Iliad, Postemobile, Coop Voce, Tiscali; oppure, chiamando (stesso numero, donazione da 5 o 10 euro) dalle reti fisse Tim, Vodafone, Windtre, Fastweb, Tiscali, Twt, Convergenze, Postemobile.

27 maggio 2022 (modifica il 28 maggio 2022 | 06:18)

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, 2022-05-28 04:19:00, Le missioni umanitarie di Regione Piemonte e ospedale «Regina Margherita» e l’impegno di CasaOz, Casa Ugi e Sermig per i piccoli immunodepressi. Ospitati nelle strutture anche i nuclei ucraini che accompagnano i figli, Simona De Ciero

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