L’«Almanacco del giorno dopo» e la rivisitazione di Drusilla

di Aldo Grasso

Il problema delle rivisitazioni brillanti è che non devono superare una certa durata. Se entrano nella logica del traino, finisce poi che il programma soffra di stiracchiamento

Ma dopo aver amato Paola Perissi si può amare Drusilla Foer ? A partire dal 1976, Perissi ha condotto per molti anni «Almanacco del giorno dopo». Era un calendario illustrato, fatto di ricostruzione di avvenimenti storici, di piccole biografie, di proverbi, di brevi lezioni comportamentali, di soli che sorgono e tramontano a certe ore. Le immagini della sigla di testa e di coda erano tratte da antiche stampe del Seicento custodite nella biblioteca Casanatense. «Almanacco» è stato un punto fisso del palinsesto, una componente essenziale di quella funzione di «orologio sociale» che per tanti anni la tv ha svolto. Ora ci viene riproposto in una sorta di rivisitazione. La quale deve fatalmente avere componenti ironiche, metatestuali, parodiche e Drusilla è bravissima a passare da una musica di Fiorenzo Carpi a Milly Carlucci, dal santo del giorno alla ricetta di cucina, da una lettura de «Il vecchio e il mare» a una interpretazione di «Yesterday», da un omaggio a Corrado Mantoni (anche se probabilmente non avrà mai visto un suo programma) al processo Amber Heard contro Johnny Deep .

Il problema delle rivisitazioni brillanti è che non devono superare una certa durata: sono fuochi d’artificio, perle ai porci, sorprese. Se entrano nella logica del traino, finisce poi che il programma soffra di stiracchiamento. Forse Drusilla è troppa brava per questo format che inevitabilmente va incontro a momenti non proprio irresistibili (l’insegnante di yoga della risata, Topo Gigio, i collegamenti con in personaggi della tv). Forse Drusilla merita una collocazione diversa. Fosse per me, le farei condurre «Tg2 Post» al posto di Manuela Moreno: sarebbe un appuntamento imperdibile per vivacità, profondità di pensiero, intelligenza dei dibattiti. E meno noia. Sarebbe vero servizio pubblico, l’ironia al servizio dell’informazione.

9 giugno 2022 (modifica il 9 giugno 2022 | 21:31)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-06-09 19:33:00,

di Aldo Grasso

Il problema delle rivisitazioni brillanti è che non devono superare una certa durata. Se entrano nella logica del traino, finisce poi che il programma soffra di stiracchiamento

Ma dopo aver amato Paola Perissi si può amare Drusilla Foer ? A partire dal 1976, Perissi ha condotto per molti anni «Almanacco del giorno dopo». Era un calendario illustrato, fatto di ricostruzione di avvenimenti storici, di piccole biografie, di proverbi, di brevi lezioni comportamentali, di soli che sorgono e tramontano a certe ore. Le immagini della sigla di testa e di coda erano tratte da antiche stampe del Seicento custodite nella biblioteca Casanatense. «Almanacco» è stato un punto fisso del palinsesto, una componente essenziale di quella funzione di «orologio sociale» che per tanti anni la tv ha svolto. Ora ci viene riproposto in una sorta di rivisitazione. La quale deve fatalmente avere componenti ironiche, metatestuali, parodiche e Drusilla è bravissima a passare da una musica di Fiorenzo Carpi a Milly Carlucci, dal santo del giorno alla ricetta di cucina, da una lettura de «Il vecchio e il mare» a una interpretazione di «Yesterday», da un omaggio a Corrado Mantoni (anche se probabilmente non avrà mai visto un suo programma) al processo Amber Heard contro Johnny Deep .

Il problema delle rivisitazioni brillanti è che non devono superare una certa durata: sono fuochi d’artificio, perle ai porci, sorprese. Se entrano nella logica del traino, finisce poi che il programma soffra di stiracchiamento. Forse Drusilla è troppa brava per questo format che inevitabilmente va incontro a momenti non proprio irresistibili (l’insegnante di yoga della risata, Topo Gigio, i collegamenti con in personaggi della tv). Forse Drusilla merita una collocazione diversa. Fosse per me, le farei condurre «Tg2 Post» al posto di Manuela Moreno: sarebbe un appuntamento imperdibile per vivacità, profondità di pensiero, intelligenza dei dibattiti. E meno noia. Sarebbe vero servizio pubblico, l’ironia al servizio dell’informazione.

9 giugno 2022 (modifica il 9 giugno 2022 | 21:31)

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Pietro Guerra

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