Lamara analisi del preside: Turnover e poca competenza, nella scuola non cè spazio per la meritocrazia

L’inizio del nuovo anno scolastico 2023/2024 porta con sé una serie di sfide per i dirigenti scolastici e il personale docente. Carlo Braga, preside dell’Istituto Salvemini di Bologna, condivide le sue riflessioni sull’attuale situazione scolastica e le difficoltà che devono affrontare.

Rispetto a qualche anno fa, la gestione del sistema scolastico è diventata più complessa? Secondo Braga, che ha una lunga esperienza come dirigente scolastico, ci sono aspetti positivi e negativi. Da un lato, l’encomiabile lavoro degli uffici scolastici nelle nomine del personale è stato un punto di forza. Tuttavia, il numero di contratti a tempo determinato, che riguardano i posti di supplenza, è aumentato notevolmente negli anni, raggiungendo il suo apice quest’anno. Questa mobilità del personale ha delle importanti controindicazioni.

Quali sono le principali problematiche? Le principali criticità riguardano la qualità del personale che arriva e le limitazioni delle scuole nell’intervenire. I nuovi arrivati possono essere amministrativi che non sanno usare un computer, ma devono svolgere attività connesse al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Inoltre, per i docenti di sostegno, il sistema delle graduatorie incrociate ha creato un problema. Una volta esauriti i docenti specializzati, possono essere assegnati a questi ruoli anche docenti senza esperienza con studenti disabili. Non è prevista una formazione specifica, il che porta a una situazione in cui un docente senza competenze specifiche può trovarsi a lavorare con uno studente con disabilità. Questo sistema non tiene in considerazione la qualità del servizio offerto, creando una situazione di disperazione.

Da quanto tempo si verifica questo sistema? Il sistema delle graduatorie mirate, che ha sostituito le aree (tecnica, scientifica, umanistica) alcuni anni fa, ha portato a un aumento dei contratti precari nella scuola. Questo sistema ha creato difficoltà nell’assegnazione dei posti in base alle competenze dei docenti, favorendo un approccio basato solo sulla presenza nelle graduatorie. Ciò ha comportato la mancanza di competenze specifiche nel personale docente e la mancanza di continuità nel servizio offerto agli studenti. La situazione diventa ancora più problematica quando arriva una persona competente, ma l’anno successivo si ricomincia da capo con un nuovo ciclo di contratti precari.

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