Landini apre al governo: «Esito chiaro dalle urne, adesso giudicheremo i risultati»

Landini apre al governo: «Esito chiaro dalle urne, adesso giudicheremo i risultati»

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Un anno dopo l’assalto alla sede della Cgil, che bilancio si può fare?

«Innanzitutto — risponde il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini — ringrazio le forze dell’ordine e la magistratura per il lavoro fatto, perché ci sono già le prime condanne e un processo aperto. Ma continuo a rivolgermi a governo e Parlamento affinché applichino la Costituzione, che dice che le forze che si richiamano al fascismo vanno sciolte».

Pensa che il nuovo quadro politico possa favorire un clima ostile verso la Cgil?

«Credo che questo sia il momento di risolvere i problemi delle persone e del Paese. E chi governa deve ascoltare il sindacato perché le condizioni di vita e di lavoro sono peggiorate e c’è un’emergenza energetica che rischia di esplodere».


Ha sentito Giorgia Meloni o dirigenti di Fratelli d’Italia in vista del nuovo governo?

«No. Abbiamo invitato tutti i partiti all’apertura straordinaria della nostra sede e ringrazio coloro che sono venuti. Giorgia Meloni ci aveva fatto sapere che aveva precedenti impegni e ha mandato, in rappresentanza del partito, Fabio Rampelli. Mi aspetto che i contatti ci siano quando ci sarà il governo».

Molti hanno letto nel suo comizio di sabato un’apertura di credito verso Meloni.

«La nostra è un’apertura di credito verso la democrazia. C’è un risultato elettorale chiaro: la coalizione di centrodestra ha la maggioranza e il diritto-dovere di governare. E noi giudicheremo, come sempre, i governi per quello che fanno. A piazza del Popolo ho voluto dire che la Cgil non ha pregiudizi, ma il sindacato vuole essere ascoltato prima che vengano prese le decisioni. Siamo scesi in piazza, per una manifestazione che ricordo è stata proclamata prima del voto, per sostenere le nostre proposte».

Quindi la Cgil non sarà un punto di riferimento dell’opposizione?

«Per me il sindacato non può essere né di governo né di opposizione, ma un soggetto autonomo, democratico e che avanza proposte e fa contratti per ottenere risultati. Vogliamo una vera riforma fiscale a vantaggio di lavoratori dipendenti e pensionati e non la flat tax; la fine della precarietà; una vera riforma delle pensioni; politiche industriali che investano sulle rinnovabili. C’è una congiuntura di una gravità mai vista, tra pandemia, guerra e crisi energetica. Senza risposte concrete siamo pronti alle mobilitazioni necessarie».

Sarà un autunno di scioperi?

«Dipende dalle risposte che avremo. Sarà un autunno difficile. La situazione sociale rischia di esplodere, bisogna agire subito. A partire dalle bollette. Noi diciamo che, oltre che battersi in Europa, bisogna andare a prendere i soldi dove stanno: tassando gli extraprofitti in tutti i settori che li hanno fatti e creando un fondo per tagliare le bollette a famiglie e imprese. Si deve salvaguardare il lavoro e impedire che le aziende chiudano».

Giuseppe Conte dice che molti dei temi nell’agenda dei 5 Stelle sono gli stessi della Cgil. Il Movimento è più vicino a voi del Pd?

«Bisognerebbe chiedere al Pd cosa pensa dell’agenda della Cgil. Se alcune forze condividono le nostre proposte, ci fa piacere. Ma quello che ci interessa è che siano governo e Parlamento a farle proprie. Lo dico con riferimento anche alla guerra, perché non possiamo star fermi davanti al rischio di una escalation nucleare. Dobbiamo accogliere l’appello del Papa: fermare il conflitto e aprire il negoziato».

Meglio che il Pd si avvicini a Conte o a Calenda?

«Non mi permetto di dare consigli a nessuno. In un Paese che ha un livello di astensione del 40% c’è problema che riguarda tutti i partiti: come ricostruire una cultura politica fondata sul lavoro e sulla partecipazione».

La Cgil può essere il lievito di questa ricostruzione?

«Il mio obiettivo è più ambizioso: una nuova e più forte unità sindacale. Un sindacato più forte, unito, democratico, fondato sulla rappresentanza, può dare un contributo alla cultura politica di questo Paese. In questo senso va anche l’iniziativa presa con i sindacati venuti nella nostra sede da tutto il mondo: un manifesto per una rete internazionale antifascista fondata su lavoro e democrazia e per cambiare il modello neoliberista».

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, 2022-10-09 21:35:00, Il segretario della Cgil: non abbiamo pregiudizi, ma ci ascoltino. Il Movimento è più vicino a noi del Pd? Bisognerebbe chiedere ai democratici. Ma se alcune forze condividono le nostre proposte, ci fa piacere, Enrico Marro

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