È uno degli scrittori e giornalisti più noti d’Italia, noto per la sua arguzia, eloquenza e penetrante osservazione della società. Nelle parole di Beppe Severgnini, troviamo una guida per esplorare le sfide e le opportunità che emergono nella società contemporanea.
Severgnini ha condiviso alcuni dei suoi pensieri più acuti, esortando il pubblico ad abbandonare la presunzione e a dedicarsi all’apprendimento continuo. Queste riflessioni sono state condivise durante un evento al Salone del Libro, uno dei più importanti in Italia e tra i primi tre o quattro in Europa.
Severgnini inizia con un avvertimento: “Siate presuntuosi. Questo è il decimo consiglio per fallire”. Secondo lui, la presunzione è un comportamento diffuso, amplificato dai social media, che funzionano come specchi in cui le persone si riflettono. Molti utilizzano anche il partner come specchio, ma i social media sono più agevoli perché, a differenza dei partner, non protestano. Tuttavia, questa presunzione spesso si manifesta in un senso ingiustificato di competenza e capacità.
Parlando del contesto letterario, Severgnini osserva come in Italia ci siano molte persone che scrivono libri, tanto che si dice che ci siano più persone che scrivono libri che non leggono. Questo comportamento, secondo Severgnini, è una manifestazione di presunzione. “Se voi, per esempio, chi vuol scrivere un libro o anche voi fare il giornalista e non legge, è presuntuoso. Ma voi sapete quanta gente non legge? Gente che vuole scrivere senza leggere, come un cuoco che cucina senza mangiare, un musicista che non ascolta la musica, un pittore che non guarda i quadri, è folle, però viene fatto in tantissimi campi, c’è la presunzione.”
Per Severgnini, la presunzione è un ostacolo alla crescita e all’apprendimento. “Io vi invito davvero a non essere presuntuosi”, dice. Questa riflessione sul bisogno di umiltà e apprendimento costante è un tema che ricorre nelle sue parole. Spiega che si può iniziare ad invecchiare a qualsiasi età se si smette di apprendere. “Nel momento in cui uno pensa che non deve più imparare, ha smesso di essere mentalmente vivo”. Quindi, il suo consiglio finale è di continuare a imparare, sottolineando che l’apprendimento è la cosa più importante.
Il discorso di Severgnini si chiude con un umoristico monito: “Se proprio volete fallire, siate noiosi e prolissi”. Con queste parole, Severgnini consegna un messaggio potente e stimolante, un invito all’umiltà, alla curiosità e al desiderio di apprendere per tutta la vita.
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