Lavorare dopo la pensione, è in linea generale possibile. Ma ci sono dei casi in cui c’è incompatibilità tra i redditi da lavoro e quelli da pensione.
Quando si va in pensione con la Quota 41 per lavoratori precoci occorre rispettare alcuni requisiti. Un requisito previsto per accedere alla pensione con quota 41 anni è l’aver accumulato almeno 12 mesi di lavoro al compimento dei 19 anni di età. Per questo motivo questa tipologia di pensione è rivolta a chi ha iniziato a lavorare già da giovane oppure ha svolto lavori usuranti. Rispondiamo alla domanda di un lettore che ci chiede:
Buonasera chiedo gentilmente un chiarimento. È arrivata una lettera dall’INPS in cui mi si chiede un risarcimento di 28 mila euro. Nella lettera della pensione arrivata a maggio 2018 c’era scritto che essendo una pensione anticipata per lavoro usurante, non dovevo lavorare fino ad ottobre 2019 (data in cui sarebbe partita la pensione normale). Ammetto di non aver letto bene e a gennaio 2019 passati i 6 mesi, decido di iniziare a far qualcosa, nello stesso anno percepisco 6.000 euro di buste paga come dipendente. Come mi devo comportare siamo disperati. Grazie
Quota 41 e divieto di lavorare
Quota 41 permette di andare in pensione prima rispetto alla pensione anticipata ordinaria e per la precisione consente un anticipo di 10 mesi alle donne e di un anno e 10 mesi agli uomi. Tuttavia per coloro che accedono alle pensione con quota 41, in vigore dal primo maggio 2017, esiste il divieto di cumulo tra redditi da pensione e redditi da lavoro per un determinato arco temporale.
Il divieto vale per tutta la durata dell’anticipo rispetto alla pensione anticipata ordinaria, pertanto non si può lavorare e percepire alcun tipo di stipendio, per incompatibilità insita nella stessa la legge 232 del 2016. Per gli uomini, di fatto, il divieto di cumulare redditi da lavoro con quelli da pensione permane per un anno e 10 mesi mentre per le donne solo per 10 mesi.
Nel suo caso, purtroppo, non può fare altro che restituire quanto richiesto dall’Inps, perché ha violato il divieto di lavoro fino all’ipotetico raggiungimento dei contributi per la pensione anticipata ordinaria (come lei scrive, ottobre 2019). Non avendo rispettato un vincolo imposto dalla misura scelta per il pensionamento, purtroppo ha ricevuto mensilità erogate e non dovute. Può chiedere all’Inps la possibilità di rateizzare le somme dovute che potrebbero essere trattenute dalla pensione che, ormai, sta percependo senza più vincoli di incumulabilità.
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