Il legame fra scuola e impresa è uno dei punti caldi dell’attualità scolastica, anche alla luce della riforma avviata dal Ministro Valditara per l’istruzione tecnica e professionale.
“La necessità in questo momento è che tutto il processo di orientamento sia condiviso con le realtà imprenditoriali e quelle sindacali, non soltanto in alcuni casi specifici e che siano coinvolte in prima persone le famiglie. Bisogna offrire un quadro complessivo della realtà attraverso un orientamento che coinvolga tutti e poi mettere a terra un programma per definire le scelte che gli istituti dovranno fare“, dice la presidente di Confartigianato Sondrio Gionni Gritti, che a La Provincia di Sondrio racconta delle iniziative intraprese a livello locale in tal senso.
Secondo Confartigianato Sondrio , reperire le figure professionali è sempre più drammatica: “Qualsiasi categoria imprenditoriale ha un problema, anche i professionisti – dice Gritti -. Da dopo il Covid manca il personale. Stiamo invecchiando, non c’è ricambio generazionale, i pochi giovani che ci sono o vanno a studiare fuori o a lavorare in Svizzera. Ci chiediamo quindi quale futuro potrà avere il nostro territorio”.
Ecco perchè la risposta non può che essere nella formazione: “Le aziende non possono più avere operai generici, bisogna dare ai giovani, ma anche ai disoccupati e a chi vuole rimettersi in gioco la possibilità di acquisire competenze . E poi investire sugli stranieri. Per farlo però è necessario avere un quadro molto chiaro della situazione e muoversi di conseguenza”.
Proprio nei giorni scorsi il Ministro dell’Istruzione e del Merito è tornato a ribadire sull’importanza della riforma degli istituti tecnici e professionali, e su come il mondo del lavoro e la scuola debbano dialogare costantemente.
Per Valditara si tratta di “una riforma della istruzione tecnica e professionale che collegherà scuola e mondo del lavoro, scuola e impresa. Per far diventare l’istruzione tecnica un canale di serie A. Dobbiamo portare nelle scuole, insieme con la cultura della libertà, la cultura del lavoro perché abbiamo bisogno di dare un futuro ai nostri giovani e competitività alle nostre imprese. Perché la scuola sia sempre più motore di sviluppo dei nostri territori”.
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