Le toccanti testimonianze del nipote di Freud a caccia di nazisti

Le toccanti testimonianze del nipote di Freud a caccia di nazisti

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di Aldo Grasso

«Il cacciatore di nazisti» è un docu-film di Raymond Ley: l’obiettivo non è la vendetta, ma la giustizia, a cui vuole consegnare i colpevoli

«Il cacciatore di nazisti» è un docu-film di Raymond Ley basato sulle trascrizioni degli interrogatori condotti da Anton Walter Freud, nipote di Sigmund Freud nell’inverno tra il 1945 e il 1946, per conto dell’Unità Investigativa britannica sui Crimini di Guerra commessi da nazisti (Rai3, Rai Play, sezione Documentari). Finita la guerra, il giovane Freud rientra in Germania come ufficiale dei servizi segreti britannici per catturare i criminali di guerra nazisti ricercati dagli alleati: sono assassini in uniforme e medici spietati agli ordini di Josef Mengele, colpevoli di aver condotto esperimenti su un gruppo di bambini. Freud tenta in qualche modo di applicare alcune teorie del nonno, ma soprattutto a 24 anni ha già un talento speciale: riesce a far parlare il suo interlocutore e a convincerlo a rivelare i propri segreti. Il suo obiettivo non è la vendetta, ma la giustizia, a cui vuole consegnare i colpevoli. «Sono tutte persone di basso profilo, poco appariscenti — dirà più tardi Freud in una delle sue rare interviste — che puoi incontrare ovunque e non sospettare mai quello che hanno fatto».

Come sempre, il genere docu-film presenta due facce: quella finzionale (in questo caso bisognerebbe giudicare la recitazione, le trovate registiche, l’impianto narrativo) e quella reale, con le toccanti testimonianze di alcuni superstiti, con documenti agghiaccianti, con gli abissi dell’orrore che continuano a scuoterci a molti anni di distanza. È evidente che, in questi casi prevale sempre il «contenuto». Nel finale, quando Tatjana Bucci, oggi 84enne, e la sorella Andra, 82enne, incontrano i bambini che hanno interpretato i loro ruoli, nessuno si azzarda ad analizzare le interpretazioni degli attori perché ogni sequenza resta pur sempre una difesa mentale dall’invasione e dalla guerra incessante delle Tenebre.

8 luglio 2022 (modifica il 8 luglio 2022 | 16:47)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-07-08 20:04:00,

di Aldo Grasso

«Il cacciatore di nazisti» è un docu-film di Raymond Ley: l’obiettivo non è la vendetta, ma la giustizia, a cui vuole consegnare i colpevoli

«Il cacciatore di nazisti» è un docu-film di Raymond Ley basato sulle trascrizioni degli interrogatori condotti da Anton Walter Freud, nipote di Sigmund Freud nell’inverno tra il 1945 e il 1946, per conto dell’Unità Investigativa britannica sui Crimini di Guerra commessi da nazisti (Rai3, Rai Play, sezione Documentari). Finita la guerra, il giovane Freud rientra in Germania come ufficiale dei servizi segreti britannici per catturare i criminali di guerra nazisti ricercati dagli alleati: sono assassini in uniforme e medici spietati agli ordini di Josef Mengele, colpevoli di aver condotto esperimenti su un gruppo di bambini. Freud tenta in qualche modo di applicare alcune teorie del nonno, ma soprattutto a 24 anni ha già un talento speciale: riesce a far parlare il suo interlocutore e a convincerlo a rivelare i propri segreti. Il suo obiettivo non è la vendetta, ma la giustizia, a cui vuole consegnare i colpevoli. «Sono tutte persone di basso profilo, poco appariscenti — dirà più tardi Freud in una delle sue rare interviste — che puoi incontrare ovunque e non sospettare mai quello che hanno fatto».

Come sempre, il genere docu-film presenta due facce: quella finzionale (in questo caso bisognerebbe giudicare la recitazione, le trovate registiche, l’impianto narrativo) e quella reale, con le toccanti testimonianze di alcuni superstiti, con documenti agghiaccianti, con gli abissi dell’orrore che continuano a scuoterci a molti anni di distanza. È evidente che, in questi casi prevale sempre il «contenuto». Nel finale, quando Tatjana Bucci, oggi 84enne, e la sorella Andra, 82enne, incontrano i bambini che hanno interpretato i loro ruoli, nessuno si azzarda ad analizzare le interpretazioni degli attori perché ogni sequenza resta pur sempre una difesa mentale dall’invasione e dalla guerra incessante delle Tenebre.

8 luglio 2022 (modifica il 8 luglio 2022 | 16:47)

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Pietro Guerra

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