Di Luca Calligaro*
L’istruzione e formazione professionale, come più in generale tutto il sistema di istruzione, corre il rischio di fornire ai giovani un curricolo che privilegia gli aspetti cognitivi, trascurando la formazione umana integrale, con “le tre lingue che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani” (Papa Francesco).
In questi ultimi anni, infatti, tutti gli organismi internazionali (Comunità Europea, OCSE, CEDEFOP, etc.) raccomandano di fornire ai giovani le competenze socio emotive, considerate bussola per il domani (Learning Compass) e fondamento di qualsiasi professionalità.
Questo tema è stato al centro della Consensus Conference dal titolo “Fuori di testa. L’educazione socio-emotiva nei percorsi di istruzione e formazione professionale” svoltasi il 12 maggio 2023 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. La conferenza, è stata promossa all’interno del progetto Erasmus+ di scambio di buone pratiche – intitolato “3H – Head, Heart, Hand” (2021-1-IT01-KA220-VET-000034825) – ed è stata un momento per validare e far conoscere alla comunità scientifica ed educativa la Linea Guida pedagogica, didattica ed organizzativa realizzata nell’ambito del progetto.
Perché è nato il progetto 3H
Il progetto nasce a fine 2020, quando enti di formazione di vari paesi europei si interrogano su alcune problematiche che la pandemia ha fatto esplodere. Se prima della pandemia i paesi europei avevano compiuto progressi significativi nell’abbassare i tassi di abbandono dalla leFP, questi sforzi rischiavano di esser messi in discussione dagli effetti della pandemia. A livello internazionale molti enti di ricerca stavano analizzando gli impatti, ancora non del tutto chiari, che la didattica a distanza stava avendo sui contesti scolatici. Particolarmente preoccupante era la situazione per le scuole di formazione professionale, considerando che la IeFP (o VET come viene definita a livello europeo) in molti contesti ha la funzione di raccogliere e formare i giovani più fragili e a rischio di emarginazione.
Alcuni enti di formazione, con il supporto dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, hanno dato vita a un progetto focalizzato sugli aspetti socio-emotivi con l’obiettivo di prevenire l’abbandono scolastico, coinvolgendo i singoli alunni nella loro motivazione personale, lavorando su metodologie che facilitassero l’acquisizione di abilità socio-emotive e migliorassero le competenze dei docenti nel saper motivare e promuovere lo “star bene a scuola”, essenziale per gestire e prevenire l’abbandono precoce.
Il partenariato partiva dal presupposto che è essenziale promuovere il benessere degli studenti a scuola e che questo aspetto sarebbe stato cruciale nel prossimo futuro per ridurre l’abbandono scolastico.
La metodologia alla base del progetto era semplice: da un lato c’erano partner che nel corso degli anni avevano sviluppato buone pratiche inserendo gli aspetti socio-emotivi nei loro percorsi di apprendimento e che avrebbero trasferito i loro modelli e le loro competenze di successo; dall’altro lato, i partner con meno esperienza che sarebbero stati formati su questi argomenti e avrebbero cercato di adattare queste buone pratiche ai loro contesti nazionali.
Partendo da queste premesse, il progetto 3-H ha posto l’attenzione sull’elaborazione di pratiche che consentissero di sviluppare le competenze di insegnanti e formatori attraverso l’introduzione di metodologie per la gestione della demotivazione degli studenti all’interno del gruppo classe e di una prospettiva socio-emotiva nel lavoro quotidiano con gli studenti.
In concreto, il progetto ha deciso di lavorare:
- sullo sviluppo di conoscenze e metodologie per permettere ai docenti di lavorare sugli aspetti socio-emozionali;
- sulla delineazione di un modello forte di accoglienza, dedicato ai primi mesi di ingresso degli allievi in un nuovo percorso scolastico o nei momenti di passaggio;
- sullo sviluppo/adozione di buone pratiche che promuovano il benessere a scuola degli allievi e motivino gli studenti;
- sulla creazione di esperienze PBL per sviluppare competenze socio-emotive e apprendere contenuti in modo autentico e contestualizzato.
Risultati del progetto
A metà della sua durata, il progetto ha già ottenuto importanti risultati. Attraverso una serie di site visit e online training è stato possibile formare più di 50 persone e raccogliere numerose esperienze di agenzie educative che integrano in maniera esplicita e determinata gli aspetti socio-emotivi nei propri corsi di formazione, servendosi di metodologie di vario genere, talvolta mutuate, con le dovute differenze, da quelle tipiche dell’educazione non formale o informale.
Queste esperienze e gli approcci sui quali si fondano, sono state raccolti in un Compendium di Buone Pratiche al fine di replicarle in altre realtà educative nelle quali le competenze socio-emotive, non sono presenti o vengono insegnate in modo implicito. Diverse buone pratiche incluse in questo Compendium mirano esplicitamente ad affrontare alcuni problemi di vecchia data o caratteristici delle scuole di formazione professionale odierne: deficit di attenzione generalizzato tra gli studenti, studenti che necessitano di assistenza speciale, studenti che hanno fallito – o che rischiano di fallire – i propri obiettivi formativi, problemi di salute o malessere psicofisico, inclusione e disparità di genere.
A questo si è aggiunta l’elaborazione di Linee Guida e strumenti specifici, al servizio delle organizzazioni e dei loro formatori. Le linee guida sono l’enunciazione di principi generali e scientificamente corroborati, accompagnati da indicazioni pratiche elaborate a partire dalle buone pratiche studiate nel corso del primo anno del progetto. Le linee guida sono state articolate attorno a 4 dimensioni (aspetti organizzativi, aspetti pedagogici, metodologie didattiche, selezione e formazione dei docenti) e sono state approvate da formatori, coordinatori e direttori che lavorano nel mondo della formazione professionale.
Prossimi passi
Il progetto sia avvia all’ultimo anno di attività, dal momento che si concluderà nell’agosto 2024. In quest’ultimo anno gli strumenti realizzati verranno testati da nuovi formatori e le attività vedranno il diretto coinvolgimento di numerosi allievi.
L’obiettivo finale sarà la validazione di tutto il materiale prodotto e la definizione di alcune Policy Recommendations, con lo scopo ultimo di incoraggiare le organizzazioni formative a dedicare un tempo esplicito all’educazione socio-emotiva promuovendo attività che contribuiscano a creare negli studenti un senso di benessere e favorendo una didattica attiva con al centro il protagonismo degli allievi, la centratura su problemi/progetti e la dimensione collaborativa.
*Responsabile Area Progettazione e Coordinamento di ENAC – Ente Nazionale Canossiano
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