di Antonio Polito
Nelle ultime elezioni c’è stato il boom del partito in testa. È accaduto nel 2014 con Renzi, nel 2018 con Grillo e nel 2019 con Salvini. Oggi si guarda al voto d’opinione
Gli americani, che votano sempre in autunno, la chiamano la october surprise , la sorpresa del mese prima delle elezioni che può cambiarne il segno. Per noi che d’autunno stiamo come sugli alberi le foglie, e avremmo francamente preferito votare in primavera, l’unica sorpresa può arrivare a settembre, anzi entro le prossime tre settimane. Ad agosto infatti non si è mosso praticamente niente. Gli opinion polls registrano più o meno la situazione che conoscevamo, con una crescita (contenuta) della Meloni e una ripresa (ripresina) di Conte. E dal 9 settembre scatta la censura sui sondaggi, si naviga al buio, comincia il tempo e il mercato delle rivelazioni «cifrate» sul web, con i nomi in codice dei partiti, e le scommesse degli allibratori sui cavalli-leader come alle corse clandestine.
Ma una sorpresa ci sarà? In tutte le ultime elezioni generali la sorpresa c’è stata: il partito in testa nei sondaggi ha fatto boom, è andato molto meglio del previsto. Si chiama effetto band wagon: tu sei convinto che vincerà Tizio e per questo salti sul vagone di Tizio. Accadde a Renzi alle Europee del 2014, a Grillo in quelle nazionali del 2018, a Salvini alle Europee del 2019. Tutti e tre superarono a sorpresa e abbondantemente il 30%. Potrebbe succedere anche alla Meloni? Potrebbe.
Oppure potrebbe scongelarsi un po’ di voto di opinione. L’abissale vantaggio pronosticato a favore del centrodestra rischia infatti di produrre anche un effetto inverso. Se la vittoria è sicura, il suo elettorato moderato può farsi un giro, andarsene in libera uscita, turarsi meno il naso per paura della sinistra e premiare il così detto Terzo polo (che al momento è il quarto, battuto anche dal Movimento 5 Stelle). Questa è l’angoscia di Forza Italia: perché, nel caso, quei voti scapperebbero da lì. Se alcuni sondaggisti danno Calenda sopra Berlusconi, vuol dire che qualcosa da quelle parti sta accadendo. E le conseguenze politiche potrebbero essere rilevanti, se la destra (FdI-Lega) avesse i seggi necessari per governare anche senza il partito di Berlusconi.
2 settembre 2022 (modifica il 2 settembre 2022 | 07:12)
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, 2022-09-02 05:26:00, Nelle ultime elezioni c’è stato il boom del partito in testa. È accaduto nel 2014 con Renzi, nel 2018 con Grillo e nel 2019 con Salvini. Oggi si guarda al voto d’opinione , Antonio Polito