di Marco CremonesiIl ministro Giorgetti ironizza: Conte è andato a Palazzo Chigi con una pistola ad acqua «La Lega farà la Lega. A viso aperto». Matteo Salvini mette a fuoco la fase innescata dalla decisione di Pd e M5S di portare in aula cannabis e ius scholae: «Sui provvedimenti economici siamo pronti a sostenere il governo. Ma non ci faremo prendere in giro su iniziative politiche e volgari provocazioni come droga libera e cittadinanza facile». Il segretario riunisce per la seconda volta in pochi giorni i suoi deputati e rappresenta il nuovo corso così: «Parleremo con i fatti. Non chiediamo incontri, non minacciamo né diamo ultimatum. Ma lavoreremo alla luce del sole in Parlamento». Fermo restando che su canapa e cittadinanza, parola di Giancarlo Giorgetti, «la Lega si metterà di traverso con tutti i mezzi». Certo, dice il ministro, «il governo non c’entra, sono iniziative di partito» e «bisogna distinguere dove sta l’iniziativa e la responsabilità». Ma il vice segretario leghista è addirittura sferzante nei confronti di Giuseppe Conte: «È andato a Palazzo Chigi armato di una pistola ad acqua, e gliel’hanno pure fatta lasciar fuori». Il sottotesto è ciò che mette di buon umore tutto il partito: la ritrovata centralità della Lega. La nuova fase è partita. Spiega un salviniano di lungo corso: «Matteo è convinto di aver dimostrato che per questo governo la Lega ha dato il sangue. Ed è indecente che non glielo si riconosca». Non i partiti del «campo largo», ma qualche malumore emerge anche nei confronti del premier. Salvini, però, distingue: «Per noi il premier è Draghi, non qualche suo collaboratore che poi mette la manina su decreti e nomine. Ora basta». Il riferimento, per i fedelissimi, è agli stretti collaboratori del presidente: «Giavazzi, Garofoli e Funiciello». In realtà, Salvini nella nuova fase si sente molto più a suo agio. Dopo le amministrative, ha convocato una quantità senza precedenti di incontri con il partito e sente di aver ripreso il bandolo. Giorgetti, il suo vice che spesso viene dipinto come antagonista, ieri ai deputati ha ribadito: «Io e Matteo abbiamo caratteri diversi. Il problema ci sarebbe se li avessimo uguali. Così siamo complementari». Da notare che per la seconda volta in pochi giorni, è proprio a lui che viene affidato l’incarico di parlare con la stampa: «Non mi sembra che ci sia agitazione c’è una bella discussione, che è il sale della politica». Insomma, dice Salvini, «non esiste una Lega barricadera e una governista. Esiste la Lega». Curioso notare come il risultato non brillante alle amministrative si sia trasformato in un rafforzamento interno al partito. Merito degli incontri fittissimi, certo. Ma probabilmente anche l’aver saputo trasmettere il senso di una svolta: «Dentro al governo, ma senza dimenticare di essere la Lega» sintetizza un deputato. Se poi il sostenere la maggioranza «si rivelasse per noi impossibile, non ci saranno suicidi». Del resto, il disamoramento si legge anche nei numeri della fiducia al governo sul decreto Aiuti: gli assenti erano 34 su 131 deputati, di cui 25 non in missione. In attesa della settimana prossima quando il partito in aula sarà «ruvido e ringhioso» e farà «cose mai viste in questa legislatura» per ostruire la strada ai due provvedimenti. Il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, ha iniziato a caricare la molla: con i dati della perdurante gravità del problema droga e sulla assai maggiore incidenza delle baby gang tra i giovani immigrati rispetto agli italiani di pari età. 7 luglio 2022 (modifica il 7 luglio 2022 | 21:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-07 19:46:00, Il ministro Giorgetti ironizza: Conte è andato a Palazzo Chigi con una pistola ad acqua, Marco Cremonesi