Lega sospesa tra le urne e il bis di Draghi. Salvini: faremo ciò che serve

Lega sospesa tra le urne e il bis di Draghi. Salvini: faremo ciò che serve

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di Cesare Zapperi Berlusconi spinge per un governo senza i «bastian contrari» del M5S. In campo anche i governatori del Carroccio. Zaia: stabilità cruciale DAL NOSTRO INVIATOARCISATE (Varese) «Faremo quello che serve al Paese». Matteo Salvini lo ripete per tutta la giornata, sia in dichiarazioni stampa che nei comizi serali a Caronno Varesino e ad Arcisate. Ed è una frase sibillina, che dice tutto e niente. Perché non tutti, anche dentro la Lega, la pensano allo stesso modo su cosa convenga di più in questo momento ad un Paese alle prese con una congiuntura economica complicata, con una guerra alle porte, con un Pnrr da tradurre in opere concrete, con un autunno che si prospetta molto caldo dal punto di vista sociale. Il segretario leghista cerca il punto di caduta giusto, in collegamento con Silvio Berlusconi e attento a mantenere nei giusti binari il rapporto di alleanza-concorrenza con Giorgia Meloni. Trovare la strategia giusta non è facile. Se si dà retta alla base del Carroccio ci sono ben pochi dubbi. Lo dimostra, a suo modo, senza la scientificità di un sondaggio, il post che Salvini ha pubblicato su Facebook per chiedere ai suoi militanti e sostenitori cosa pensassero della crisi e che cosa si deve fare. Bene, sono arrivate più di 15 mila risposte, un plebiscito a favore delle elezioni anticipate, con accenti più o meno duri. Non una novità, peraltro, perché l’insofferenza del popolo della Lega verso il governo era crescente e nota anche ai vertici del partito. Ma se la domanda è rivolta a chi ha responsabilità, politiche o amministrative, la risposta cambia. I governatori veneto e lombardo, Luca Zaia e Attilio Fontana, in dichiarazioni varie fanno capire che dal loro punto di vista precipitare il Paese nella campagna elettorale sarebbe una sciagura. Ci sono da portare a casa progetti importanti, anche per la Lega: dall’Autonomia ai tanti investimenti finanziati dai fondi Ue. «La stabilità per qualsiasi Paese è fondamentale» osserva Zaia. E il collega Fontana: «Speriamo che si trovi una soluzione a questa situazione inaccettabile». Che non pare proprio un auspicio di aprire i seggi al più presto. Salvini inizia a tessere la tela di primo mattino confrontandosi con tutti i vertici del partito. Le sue prime dichiarazioni sono all’insegna della prudenza: «Ascolteremo con rispetto e attenzione le considerazioni del presidente Draghi, non avendo certamente timore del giudizio degli italiani». Il segretario leghista sembra sulla soglia di una porta semi-aperta. Dice che il Movimento 5 Stelle si è rivelato inaffidabile, che ha precipitato il Paese in una crisi assurda. Aggiunge, d’accordo con Berlusconi che a sua volta dalla Sardegna tiene un vertice con i suoi, che comunque in un nuovo governo non ci potrà essere posto per i pentastellati. «Con i bastian contrari non si va da nessuna parte». Lunedì i leader del centrodestra dovrebbero vedersi tutti insieme. L’irritazione nei confronti di Conte è al massimo livello: «Non sopporto più il partito dei no, adesso avete capito perché nel 2019 abbiamo mollato il governo Conte». I toni sembrano quelli di chi non tornerà mai sui propri passi. Eppure, occorre fare i conti con le frasi, altrettanto sibilline, di Giancarlo Giorgetti. Dopo aver detto, a commento delle dimissioni di Draghi respinte dal presidente della Repubblica, che ci sono sempre «i tempi supplementari», il ministro per lo Sviluppo economico aggiunge: «La partita mi sembra però complicata da sbloccare». Anche se sente di dover precisare: «Le squadre sono un po’ stanche». Con la sua metafora calcistica Giorgetti conserva un minimo di ottimismo, a precise condizioni: «In zona Cesarini si può sempre segnare, anche nei supplementari, ma soltanto se si riesce a costruire un governo che sia capace di dire dei sì, anche di fronte a scelte impegnative che non portano un immediato consenso». E allora, qual è la posizione della Lega? In via preferenziale le elezioni ma senza escludere nulla. Molto dipende da Draghi. Ma da qui a mercoledì ogni opzione è praticabile. 15 luglio 2022 (modifica il 15 luglio 2022 | 22:44) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-15 20:44:00, Berlusconi spinge per un governo senza i «bastian contrari» del M5S. In campo anche i governatori del Carroccio. Zaia: stabilità cruciale, Cesare Zapperi

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