di Alessio Ribaudo
Nel rapporto Mal’aria di citt la classifica dei 29 capoluoghi che hanno superato i limiti di legge. Fra i primi sei pure Modena, Padova e Venezia. Per l’associazione verde: I livelli di inquinamento italiani ancora sono troppo alti, serve un cambio di passo
Torino la citt che indossa la maglia nera in Italia per il maggiore inquinamento di particolato (PM10) nel 2022. Il poco invidiabile primato stato ottenuto a causa dei 98 giorni di sforamento (50 microgrammi per metro cubo) contro i 35 consentiti dalla normativa. Al secondo posto si piazza Milano dove per 84 volte suonato l’allarme smog in almeno una centralina. Sul podio c’ Asti. Scorrendo la classifica, poi seguono Modena (75), Padova e Venezia (70). Tutte queste citt di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto hanno doppiato il numero tollerato. A completare la top ten di questa poco commendevole classifica ci sono anche Cremona (67), Treviso (66), Mantova e Rovigo (65). Se si guarda in basso alla classifica fanno capolino anche citt del Sud come Andria (47) e Ragusa (41) ma anche Roma seppur per un solo giorno (36). Sempre riguardo al PM10, c’ un dato in leggerissimo miglioramento: il tasso medio annuale. Secondo l’associazione, la riduzione delle concentrazioni a livello nazionale , infatti, del due per cento per il particolato e del tre per cento per il biossido d’azoto (NO2). Nessuna di tutte le 96 citt monitorate, in 17 regioni , ha superato il limite fissato a 40 microgrammi per metro cubo.
La salute
Ci, per, non sufficiente per garantire la salute dei cittadini, in considerazione delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanit e dei limiti previsti dalla nuova Direttiva europea sulla qualit dell’aria, che entreranno in vigore dal primo gennaio 2030 — spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente — e per il PM10, sarebbero infatti solo 23 su 96 (il 24% del totale) quelle che non hanno superato la soglia di 20 g/mc. Poi Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, aggiunge: Le nostre analisi hanno evidenziato che il 76 per cento delle citt monitorate superano gi i limiti previsti dalla futura direttiva per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61 per cento per il NO2. Questo significa che le citt italiane dovranno lavorare duramente per adeguarsi ai nuovi limiti entro i prossimi sette anni, soprattutto considerando che i trend di riduzione dell’inquinamento finora registrati non sono incoraggianti e che i valori indicati dalle linee guida dell’Oms, che sono il vero obiettivo da raggiungere per tutelare la salute delle persone, sono ancora pi stringenti dei futuri limiti europei. Il numero uno dell’associazione ambientalista, per, punta l’indice sulla salute. L’inquinamento atmosferico non solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza — riprende Ciafani — e, in Europa, la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali. L’Italia ha un triste primato con pi di 52 mila decessi annui da PM2.5, pari a un quinto di quelli rilevate in tutto il Continente.
Le proposte
Il presidente di Legambiente ha delle proposte da avanzare a governo, Regioni e Comuni: necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilit al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura. In citt poi servono politiche per facilitare la scelta dei cittadini a ridurre fortemente l’uso dell’auto privata. La mobilit sostenibile — conclude Ciafani — passa attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni, Zone 30, politiche di promozione dell’uso delle bici in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici.
30 gennaio 2023 (modifica il 30 gennaio 2023 | 10:14)
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