di Giulio De Santis
Leonardo Lamma, 19 anni, cade dalla sua moto il 7 aprile mentre percorre corso Francia. I vigili urbani ignorano il dosso sul quale la moto è sobbalzata. Mirko Proietti Checchi è il testimone che ha visto l’incidente: «Un momento terribile, non lo dimenticherò mai»
«Ho visto Leonardo cadere dopo essere passato sul rattoppo, che era proprio pericoloso. È stato un momento terribile, non lo scorderò mai. La moto ha sobbalzato appena è passata sulla riparazione provvisoria e poco dopo Leonardo non ha più controllato il manubrio. Poi è caduto. Una botta terribile. È morto subito». A ricordare gli attimi fatali dell’incidente in cui ha perso la vita Leonardo Lamma, 19 anni, il 7 aprile scorso a corso Francia , è Mirko Proietti Checchi, direttore finanziario per diverse società, 32 anni. Ecco attimo dopo attimo, come Proietti Checchi descrive quel pomeriggio maledetto: «Ero in macchina, una mini verde. Stavo andando verso il Centro, quando vedo una moto Ktm, che poi ho scoperto essere quella di Leonardo, all’altezza di via di Vigna Stelluti. Il ragazzo non stava correndo, anzi andava piano. Comunque lo perdo di vista. Poco dopo mi rispunta sulla mia sinistra. Proprio dove è il rattoppo. È li che sobbalza, nonostante stia ancora andando piano. Perde il controllo del mezzo. Ricordo il manubrio che gli traballa tanto, finché gli diventa incontrollabile. Ho infine visto Leonardo cadere in terra più avanti e sbattere contro lo spartitraffico. Subito un medico è andato a soccorrerlo. Ma non c’è stato niente da fare. Leonardo è morto subito».
La testimonianza di Proietti Checchi – raccolta dai legali della famiglia Lamma, gli avvocati Antonio De Fazi e Massimiliano Capuzi – è anche agli atti dell’inchiesta. La deposizione del direttore finanziario, però, non è stata ritenuta rilevante dal consulente della procura, il geometra e vigile Antonio Moroni, secondo cui Leonardo è caduto per sue responsabilità. Proprio raccogliere le parole di Proietti Checchi, rimaste ai margini dell’indagine, è uno dei temi su cui si baserà l’incidente probatorio, che il pm Attilio Pisani si appresta a promuovere dopo aver revocato la richiesta di archiviazione.
Ritornando a quel maledetto pomeriggio, un aspetto il testimone lo rimarca con forza: «Era pericolosa quella buca, o rattoppo, o come si preferisce chiamarla. Erano giorni che tutti si lamentavano». Saranno ascoltati anche altri due testimoni: Ugo Frigerio e Benedetto Parlamenti, che nelle sommarie informazioni rese ai legali della famiglia Lamma hanno sottolineato di «aver rischiato essi stessi (a bordo dei loro scooter) di cadere per via del citato avvallamento».
Sempre nell’incidente probatorio, sulle cui modalità di svolgimento il gip si pronuncerà nei prossimi giorni, dovrebbe essere ascoltato anche Daniele Torquati, presidente del Municipio XV, come chiesto dagli avvocati De Fazi e Capuzi. La sua testimonianza potrebbe essere fondamentale per stabilire cos’è successo dal 1° aprile, giorno della riapertura di corso Francia dopo la chiusura di una careggiata per colpa di una voragine causata dalla rottura di una tubatura Acea. Torquati, in un commento su Facebook, ha scritto della presenza di un «gradino», proprio dove era stata chiusa la voragine in via momentanea con un rattoppo. Quel «gradino» sarebbe stato segnalato ai vigili. «È fondamentale la testimonianza di Torquati per capire se i vigili hanno dato il via libera alla riapertura in sicurezza di corso Francia», dice l’avvocato Antonio De Fazi.
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19 novembre 2022 (modifica il 19 novembre 2022 | 08:23)
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, 2022-11-19 07:23:00, Leonardo Lamma, 19 anni, cade dalla sua moto il 7 aprile mentre percorre corso Francia. I vigili urbani ignorano il dosso sul quale la moto è sobbalzata. Mirko Proietti Checchi è il testimone che ha visto l’incidente: «Un momento terribile, non lo dimenticherò mai», Giulio De Santis