Leo Messi e il contratto con l’Arabia Saudita (che ora  imbarazza)

Leo Messi e il contratto con l’Arabia Saudita (che ora imbarazza)

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Lo scorso maggio il campione dell’Argentina ha firmato un contratto per promuovere l’Arabia Saudita. Che si candiderà per ospitare la Coppa del mondo 2030

Forse è un po’ eccessivo sostenere che Leo Messi «si è venduto al diavolo», come titola The Athletic. Però è certo che, se il diavolo si vede nei dettagli, qualcuno potrebbe trovare da ridire sul contratto, a diversi zeri, firmato lo scorso maggio dal campione per promuovere l’Arabia Saudita nel mondo. Specialmente ora che Messi è in preda ai fantasmi mondiali dopo la clamorosa sconfitta della sua Argentina proprio con l’Arabia Saudita: anche se è chiaramente sbagliato vedere, in questa coincidenza, qualcosa più di un dettaglio — appunto — imbarazzante.

I termini dell’accordo non sono stati resi noti, ma si dice che Ronaldo, suo eterno rivale, ne abbia rifiutato uno da 5 milioni all’anno e quello di Messi fosse cinque volte superiore.

E adesso fa uno strano effetto vedere su Twitter le foto di Messi del maggio scorso che ammira un tramonto a Jeddah a bordo di uno yacht, o celebrato dal ministro del Turismo Ahmed al-Khateeb, tra ali di folla all’aeroporto. La stessa folla che in queste ora ha «invaso» una piazza centrale di Doha (con dispetto massimo degli «ex» nemici qatarini) e che domani celebrerà la festa nazionale indetta dal principe Mohammed Bin Salman per rendere omaggio all’impresa della Nazionale che ha battuto lo stesso Messi.

Ma il cortocircuito non è finito qui. Perché l’Arabia Saudita ha intenzione di avanzare la propria candidatura per ospitare con Egitto e Grecia il Mondiale 2030 (la presenza di più Paesi si spiega con il fatto che le finali della Coppa del Mondo diventeranno una competizione a 48 squadre dal 2026). Ora Messi non ha un contratto specificamente per sostenere la candidatura alla Coppa del mondo, ma è noto che la politica di riforme sociali ed economiche del principe saudita si riassume nel motto «Visione 2030», e lo sport (come sempre) svolge un ruolo fondamentale nel piano di apertura dell’Arabia (che ha già «importato» la Supercoppa italiana, per esempio, o la F1) al mondo.

Al momento, per i Mondiali del 2030, c’è già la candidatura ufficiale di Spagna, Portogallo e Ucraina, annunciata quest’anno, ma qual è l’altro «consorzio» di nazioni che vuole presentarsi? Sì, avete individuato, uno sudamericano, guidato da Argentina, Uruguay, Paraguay, considerato potenzialmente molto forte (anche perché potrebbe celebrare il 100° anniversario della prima coppa del mondo in Uruguay nel 1930). A quel punto Messi cosa farà? Nel 2017 aveva partecipato a una prima pubblicità del progetto, assieme a Suarez, il suo grande amico uruguayano compagno ai tempi del Barcellona. Ma adesso che ha firmato il contratto con l’Arabia a chi fornirà il suo prezioso supporto da testimonial? Ecco una situazione potenzialmente più imbarazzante della sconfitta di oggi.

22 novembre 2022 (modifica il 22 novembre 2022 | 18:48)

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, 2022-11-22 20:07:00, Lo scorso maggio il campione dell’Argentina ha firmato un contratto per promuovere l’Arabia Saudita. Che si candiderà per ospitare la Coppa del mondo 2030, Arianna Ravelli

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