L’evasore è un ladro  o è un furbo? L’eterno dilemma italiano

L’evasore è un ladro  o è un furbo? L’eterno dilemma italiano

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Caro Aldo,

l’Agenzia delle Entrate ha comunicato che ci sono 1100 miliardi di euro di tasse non riscosse in Italia e che il magazzino, in continua crescita, non è gestibile. A questo, aggiungo io, c’è tutta l’evasione che non emerge. Possibile che per una somma di questa spaventosa entità non ci sia e non ci sia mai stata la volontà politica di risolvere il problema? Possibile che nei media, sui quotidiani e nella società civile non si veda consapevolezza e indignazione per una tale ingiustizia considerati anche i gravi danni che questa situazione comporta ?

Alfredo Porro, Milano

Caro Alfredo,

L’Italia è il Paese al mondo in cui si evadono di più le tasse, e in cui di tasse si parla di meno. Chi tocca i fili muore. Di Tommaso Padoa-Schioppa ci si ricorda perché definì le tasse «bellissime»: espressione in effetti non felicissima, per dire che grazie alle tasse si curano i bambini malati, si assistono gli anziani, si arrestano i rapinatori e i mafiosi, si mandano avanti le scuole, si costruiscono e si asfaltano le strade. Il problema è che noi italiani non pensiamo e non sentiamo così. Ci sono persone che non pagano un euro di tasse e fanno molta beneficenza. L’idea è che un euro versato allo Stato sia perduto. Che serva a pagare il vitalizio di qualche vecchio arnese, lo stipendio di un forestale che non lavora, la pensione di un falso invalido. E in effetti sì, una parte delle nostre tasse fa anche questa fine. Ma per cambiare le cose c’è il voto. C’è la politica. Di tasse bisogna parlare perché la democrazia, i Parlamenti, nascono proprio per limitare il potere assoluto del sovrano di riscuotere i balzelli e di spenderli come meglio credeva. Invece no: i cittadini rivendicano il diritto di decidere quanto pagare e come investire (per questo sono da sempre convinto che gli elusori totali dovrebbero perdere il diritto di voto: perché possono concorrere a decidere come spendere soldi che dovrebbero versare e non versano?). Purtroppo l’elusione non è oggetto di riprovazione morale. Agli occhi di molti italiani, l’elusore non è un ladro, che approfitta dei beni e dei servizi pagati dai compatrioti onesti; l’elusore è una persona accorta che ce l’ha fatta.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’addio

«Ciao Beppe Pellacini, amico mio e politico raro»

«Caro Beppe…», basterebbero queste due parole per ricordare un amico appena scomparso. E se mentre le pronunci, le scrivi o solo le pensi ti si inumidiscono gli occhi allora vuol dire che è un’amicizia che ha lasciato e lascerà il segno. Caro Beppe … sei mancato il 6 maggio scorso, a 58 anni, dopo aver combattuto per oltre un anno contro un male che non dà scampo. Ma caparbiamente e con una forza di volontà non comune hai affrontato questa battaglia restando marito, padre, amico. E anche politico. Già!, perché tu, Giuseppe Pellacini, sei stato anche un politico vero per non dire raro. Dimostrando come si possa ancora fare politica con spirito di servizio verso la collettività senza voler nulla in cambio per sé. In un mondo in cui la politica del consenso è dettata solo dal dito puntato essere moderati non paga. Non paga elettoralmente ma nel rispetto sì. Lo sono prova le tante manifestazioni di partecipazione al lutto della tua scomparsa. Sei stato assessore al Patrimonio e alla Casa di Parma in anni complessi, realizzando quel progetto denominato Parma Social House che è poi divenuto esempio e modello in tutta Italia. E di cui ancora ti rendono merito anche gli avversari politici. Avresti voluto ancora dare nuovamente il tuo contributo alla nuova e diversa amministrazione della tua città, ma non ce ne è stato il tempo. È della tua persona che ci ricorderemo. Della tua spontaneità e della tua amicizia. Noi tutti che abbiamo avuto la fortuna di averti conosciuto! Ciao Beppe!

Mario Taliani Noceto (Parma)

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-05-09 22:51:00,

Caro Aldo,

l’Agenzia delle Entrate ha comunicato che ci sono 1100 miliardi di euro di tasse non riscosse in Italia e che il magazzino, in continua crescita, non è gestibile. A questo, aggiungo io, c’è tutta l’evasione che non emerge. Possibile che per una somma di questa spaventosa entità non ci sia e non ci sia mai stata la volontà politica di risolvere il problema? Possibile che nei media, sui quotidiani e nella società civile non si veda consapevolezza e indignazione per una tale ingiustizia considerati anche i gravi danni che questa situazione comporta ?

Alfredo Porro, Milano

Caro Alfredo,

L’Italia è il Paese al mondo in cui si evadono di più le tasse, e in cui di tasse si parla di meno. Chi tocca i fili muore. Di Tommaso Padoa-Schioppa ci si ricorda perché definì le tasse «bellissime»: espressione in effetti non felicissima, per dire che grazie alle tasse si curano i bambini malati, si assistono gli anziani, si arrestano i rapinatori e i mafiosi, si mandano avanti le scuole, si costruiscono e si asfaltano le strade. Il problema è che noi italiani non pensiamo e non sentiamo così. Ci sono persone che non pagano un euro di tasse e fanno molta beneficenza. L’idea è che un euro versato allo Stato sia perduto. Che serva a pagare il vitalizio di qualche vecchio arnese, lo stipendio di un forestale che non lavora, la pensione di un falso invalido. E in effetti sì, una parte delle nostre tasse fa anche questa fine. Ma per cambiare le cose c’è il voto. C’è la politica. Di tasse bisogna parlare perché la democrazia, i Parlamenti, nascono proprio per limitare il potere assoluto del sovrano di riscuotere i balzelli e di spenderli come meglio credeva. Invece no: i cittadini rivendicano il diritto di decidere quanto pagare e come investire (per questo sono da sempre convinto che gli elusori totali dovrebbero perdere il diritto di voto: perché possono concorrere a decidere come spendere soldi che dovrebbero versare e non versano?). Purtroppo l’elusione non è oggetto di riprovazione morale. Agli occhi di molti italiani, l’elusore non è un ladro, che approfitta dei beni e dei servizi pagati dai compatrioti onesti; l’elusore è una persona accorta che ce l’ha fatta.

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L’addio

«Ciao Beppe Pellacini, amico mio e politico raro»

«Caro Beppe…», basterebbero queste due parole per ricordare un amico appena scomparso. E se mentre le pronunci, le scrivi o solo le pensi ti si inumidiscono gli occhi allora vuol dire che è un’amicizia che ha lasciato e lascerà il segno. Caro Beppe … sei mancato il 6 maggio scorso, a 58 anni, dopo aver combattuto per oltre un anno contro un male che non dà scampo. Ma caparbiamente e con una forza di volontà non comune hai affrontato questa battaglia restando marito, padre, amico. E anche politico. Già!, perché tu, Giuseppe Pellacini, sei stato anche un politico vero per non dire raro. Dimostrando come si possa ancora fare politica con spirito di servizio verso la collettività senza voler nulla in cambio per sé. In un mondo in cui la politica del consenso è dettata solo dal dito puntato essere moderati non paga. Non paga elettoralmente ma nel rispetto sì. Lo sono prova le tante manifestazioni di partecipazione al lutto della tua scomparsa. Sei stato assessore al Patrimonio e alla Casa di Parma in anni complessi, realizzando quel progetto denominato Parma Social House che è poi divenuto esempio e modello in tutta Italia. E di cui ancora ti rendono merito anche gli avversari politici. Avresti voluto ancora dare nuovamente il tuo contributo alla nuova e diversa amministrazione della tua città, ma non ce ne è stato il tempo. È della tua persona che ci ricorderemo. Della tua spontaneità e della tua amicizia. Noi tutti che abbiamo avuto la fortuna di averti conosciuto! Ciao Beppe!

Mario Taliani Noceto (Parma)

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MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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, Aldo Cazzullo

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