Lia Toaff: La Memoria della Shoah? Ai giovani va raccontata con fatti storici, evitando slogan

Lia Toaff: La Memoria della Shoah? Ai giovani va raccontata con fatti storici, evitando slogan

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di Paolo ContiLa nipote Elio, rabbino capo di Roma per 50 anni, impegnata nel racconto alle nuove generazioni: Se la Shoah non viene spiegata bene si rischia di fare un calderone Lia Toaff, 36 anni, una delle esponenti delle nuove generazioni impegnate nel racconto della Memoria della Shoah. Suo nonno era Elio Toaff, dal 1951 al 2001 rabbino capo di Roma. Lia Toaff ha lavorato per cinque anni alla Fondazione museo della Shoah e da quindici al Museo ebraico di Roma. Come si pu trasmettere la Memoria appartenendo a una nuova generazione? Io ho sempre affrontato la Shoah prima di tutto come un fatto storico. Racconto i fatti attraverso l’evidenza dei documenti. Bisogna evitare slogan, espressioni retoriche, luoghi comuni. stata importante, nella sua scelta, la figura di suo nonno? Fondamentale. Ho ascoltato tutti i suoi racconti: quelli che lo riguardavano personalmente e innumerevoli altri. C’ il pericolo della ritualit del giorno della Memoria? Lo vediamo nei giovani che vengono al museo. Se si incorre nella retorica alzano gli occhi al cielo, si annoiano. Se la Shoah non viene spiegata bene si rischia di fare un calderone in cui finiscono tanti avvenimenti: si confondono le diverse deportazioni, per esempio. E la banalizzazione proprio la strada che pu portare al ripetersi delle tragedie. 27 gennaio 2023 (modifica il 27 gennaio 2023 | 23:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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