Liam Kennedy: «Sinn Féin, vittoria simbolica: l’unità d’Irlanda è lontana. Ora bisogna gestire le tensioni»

Liam Kennedy: «Sinn Féin, vittoria simbolica: l’unità d’Irlanda è lontana. Ora bisogna gestire le tensioni»

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di Luigi Ippolito

Lo storico Liam Kennedy: stallo dopo il successo del partito erede dell’Ira

«Con questo voto molto è cambiato: c’è una spinta a favore del Sinn Féin sia nel Nord dell’Irlanda che a Sud, nella Repubblica di Dublino. È una vittoria simbolica: ma adesso è facile esagerare». Invita alla prudenza Liam Kennedy, uno di maggiori storici dell’Ulster, professore emerito alla Queen’s University di Belfast: la persona giusta per mettere in prospettiva il successo elettorale del partito erede dell’Ira (la formazione paramilitare cattolico-nazionalista), arrivato primo nella consultazione di giovedì scorso per l’Assemblea dell’Irlanda del Nord.

Perché non bisogna esagerare, professore?

«Perché il voto dello schieramento nazionalista è cresciuto solo dell’1%. Adesso in Irlanda del Nord sul piano politico ci sono due larghe minoranze, quella cattolica indipendentista e quella protestante unionista, ciascuna col 40% dei consensi. Ma il grande cambiamento è il rafforzamento del centro non confessionale, espresso dall’Alleanza, che ha raddoppiato i voti».

Eppure molti hanno letto la vittoria del Sinn Féin come un passo decisivo verso la riunificazione dell’Irlanda.

«La pressione per un referendum in questo senso è cresciuta dopo la Brexit: ma i simboli hanno i loro limiti. A sostenere la riunificazione, stando ai sondaggi d’opinione, è una minoranza, solo il 30% della popolazione: ed è difficile che si vada oltre. Un referendum è lontano nel futuro, almeno 5 anni: e non vedo segnali che possa essere vinto dai nazionalisti».

Inoltre il voto deve essere concesso dal governo britannico solo in caso di una chiara volontà popolare in quel senso.

«Sì: e non deve trattarsi di un sondaggio isolato, ma di una maggioranza stabile nel tempo a favore della riunificazione».

Cosa prevede dunque per l’immediato?

«Cresceranno le tensioni attorno al Protocollo per l’Irlanda del Nord (l’accordo post-Brexit fra Londra e Bruxelles che ha mantenuto la provincia britannica nel mercato unico, ndr) . Gli unionisti sono in una posizione difficile: hanno subito una sconfitta simbolica e non possono fare concessioni».

Ma col tempo queste identità non perderanno peso?

«Non vedo i tradizionali schieramenti nazionalista e unionista venir meno: potranno diventare più moderati, ma sono identità così radicate che anche con le nuove generazioni non cambierà molto».

E dunque?

«Prevedo che per i prossimi 10 anni l’Irlanda del Nord si trascinerà avanti così come si è trascinata negli ultimi 25 anni: un lungo stallo».

Con quali rischi?

«Se il Sinn Féin prendesse il potere anche a Dublino, questo sarebbe destabilizzante per l’Irlanda del Nord: bisognerebbe vedere come reagirebbero gli unionisti. Potremmo assistere a un ritorno delle proteste di piazza e non è inconcepibile il riesplodere della violenza armata. Il punto è come gestire le tensioni».

8 maggio 2022 (modifica il 8 maggio 2022 | 23:14)

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, 2022-05-08 22:43:00, Lo storico Liam Kennedy: stallo dopo il successo del partito erede dell’Ira, Luigi Ippolito

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