Liberi di criticare  la Nato ma nulla giustifica Putin

Liberi di criticare  la Nato ma nulla giustifica Putin

Spread the love
GIOVEDÌ 31 MARZO 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

in merito alla tesi che l’invasione dell’Ucraina sia stata in parte colpa della Nato, volevo dirle che sono d’accordo, ma per i motivi opposti a quelli comunemente diffusi; cioè l’organizzazione è stata percepita come debole. Infatti un ex agente del Kgb capisce solo la logica del più forte (purtroppo) ed aver continuato a ripetere che per l’Ucraina non si sarebbe intervenuto ha convinto il satrapo, tra le altre cose, a intervenire. Noi europei viviamo alla Fukuyama, è ora però che capiamo che la Storia non è finita e viviamo accerchiati da Paesi (non solo la Russia) che seguono la legge del più forte. Lei che ne pensa?

Luca Bustreo

Caro Luca,

I critici della Nato si dividono in due categorie. Quelli che sostengono che la Nato si sia allargata troppo verso Est; e quelli che sostengono che la Nato non si sia allargata abbastanza. Secondo i primi, Putin ha attaccato l’Ucraina perché si è sentito provocato da una Nato troppo forte. Secondo gli altri, Putin ha attaccato l’Ucraina perché si è sentito incoraggiato da una Nato troppo debole, che non ha avuto il coraggio di arrivare a Kiev. Di sicuro, coloro che accusano la Nato — cioè l’alleanza di cui fa parte l’Italia da settant’anni, e che bene o male ha garantito al nostro Paese settant’anni di pace — la presentano come una piovra che allunga i suoi tentacoli su Paesi che per diritto divino apparterrebbero alla sfera di influenza russa. Ma i Paesi dell’Europa orientale e baltica all’evidenza si sono sentiti protetti dalla Nato in vista di un ritorno della Russia a una politica aggressiva. Davvero qualcuno può seriamente pensare che la Nato intendesse muovere guerra a Putin? Se Putin si è sentito accerchiato, è anche perché ha abbandonato la politica di graduale integrazione con l’Europa e l’Occidente, ha cercato un’intesa con la Cina, ed è tornato a usare i carri armati per regolare le sue questioni con la Georgia e l’Ucraina. Poi certo la Nato non è un’associazione benefica, è un’alleanza di Paesi che a volte hanno interessi diversi, egemonizzata dagli Stati Uniti. Tutto si può e si deve criticare; ma nulla giustifica i crimini che Putin ha commesso e commette.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Io, cappellano del Milan di Berlusconi»

Qualche giorno fa mi ha colpito sul Corriere la recensione del libro: Milanello, la casa del diavolo di Peppe Di Stefano. Milanello è stata anche la mia casa per quattro anni, dal 1987 al 1991, il periodo in cui Arrigo Sacchi fu allenatore della squadra milanese, lasciando il ricordo di un’epopea segnata dal «calcio totale» e da una serie di vittorie significative. Allora abitavo a Roma e ogni 15 giorni salivo a Solbiate Arno, luogo mitico per tutti coloro che, con compiti diversi, vi hanno passato ore indimenticabili della loro vita. Ero stato chiamato da Giancarlo Foscale per celebrare la messa nel tardo pomeriggio del sabato quando il Milan giocava in casa. Non mi limitavo a quello. Con la massima discrezione chiacchieravo con coloro che desideravano conoscermi: molti di loro sono diventati miei amici. Cominciai così dall’interno a capire il mondo del calcio ed entrai in contatto con tanti suoi protagonisti: Berlusconi, Galliani, Ramaccioni, Sacchi, Baresi, Maldini, Donadoni, Evani, Colombo, Rossi, Bianchi, Ancelotti, Filippo e Giovanni Galli, Tassotti, Costacurta, Massaro… Questi e altri i più cari, ma erano anche gli anni di Gullit, di Van Basten, di Rijkaard. Insomma gli anni del grande Milan. Ho anche accompagnato la squadra a Vienna e Barcellona per le finali vittoriose di Coppia dei Campioni. Ho gioito e sofferto. Arrigo Sacchi rimane per me non solo un grande allenatore, ma anche un grande uomo e amico (non so dunque perché l’autore del libro scriva che per i miei numerosi impegni non potei essere presente a Milanello). Fortunatamente quegli anni mi hanno regalato esperienze che non posso dimenticare.

Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-03-30 21:18:00,

GIOVEDÌ 31 MARZO 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

in merito alla tesi che l’invasione dell’Ucraina sia stata in parte colpa della Nato, volevo dirle che sono d’accordo, ma per i motivi opposti a quelli comunemente diffusi; cioè l’organizzazione è stata percepita come debole. Infatti un ex agente del Kgb capisce solo la logica del più forte (purtroppo) ed aver continuato a ripetere che per l’Ucraina non si sarebbe intervenuto ha convinto il satrapo, tra le altre cose, a intervenire. Noi europei viviamo alla Fukuyama, è ora però che capiamo che la Storia non è finita e viviamo accerchiati da Paesi (non solo la Russia) che seguono la legge del più forte. Lei che ne pensa?

Luca Bustreo

Caro Luca,

I critici della Nato si dividono in due categorie. Quelli che sostengono che la Nato si sia allargata troppo verso Est; e quelli che sostengono che la Nato non si sia allargata abbastanza. Secondo i primi, Putin ha attaccato l’Ucraina perché si è sentito provocato da una Nato troppo forte. Secondo gli altri, Putin ha attaccato l’Ucraina perché si è sentito incoraggiato da una Nato troppo debole, che non ha avuto il coraggio di arrivare a Kiev. Di sicuro, coloro che accusano la Nato — cioè l’alleanza di cui fa parte l’Italia da settant’anni, e che bene o male ha garantito al nostro Paese settant’anni di pace — la presentano come una piovra che allunga i suoi tentacoli su Paesi che per diritto divino apparterrebbero alla sfera di influenza russa. Ma i Paesi dell’Europa orientale e baltica all’evidenza si sono sentiti protetti dalla Nato in vista di un ritorno della Russia a una politica aggressiva. Davvero qualcuno può seriamente pensare che la Nato intendesse muovere guerra a Putin? Se Putin si è sentito accerchiato, è anche perché ha abbandonato la politica di graduale integrazione con l’Europa e l’Occidente, ha cercato un’intesa con la Cina, ed è tornato a usare i carri armati per regolare le sue questioni con la Georgia e l’Ucraina. Poi certo la Nato non è un’associazione benefica, è un’alleanza di Paesi che a volte hanno interessi diversi, egemonizzata dagli Stati Uniti. Tutto si può e si deve criticare; ma nulla giustifica i crimini che Putin ha commesso e commette.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Io, cappellano del Milan di Berlusconi»

Qualche giorno fa mi ha colpito sul Corriere la recensione del libro: Milanello, la casa del diavolo di Peppe Di Stefano. Milanello è stata anche la mia casa per quattro anni, dal 1987 al 1991, il periodo in cui Arrigo Sacchi fu allenatore della squadra milanese, lasciando il ricordo di un’epopea segnata dal «calcio totale» e da una serie di vittorie significative. Allora abitavo a Roma e ogni 15 giorni salivo a Solbiate Arno, luogo mitico per tutti coloro che, con compiti diversi, vi hanno passato ore indimenticabili della loro vita. Ero stato chiamato da Giancarlo Foscale per celebrare la messa nel tardo pomeriggio del sabato quando il Milan giocava in casa. Non mi limitavo a quello. Con la massima discrezione chiacchieravo con coloro che desideravano conoscermi: molti di loro sono diventati miei amici. Cominciai così dall’interno a capire il mondo del calcio ed entrai in contatto con tanti suoi protagonisti: Berlusconi, Galliani, Ramaccioni, Sacchi, Baresi, Maldini, Donadoni, Evani, Colombo, Rossi, Bianchi, Ancelotti, Filippo e Giovanni Galli, Tassotti, Costacurta, Massaro… Questi e altri i più cari, ma erano anche gli anni di Gullit, di Van Basten, di Rijkaard. Insomma gli anni del grande Milan. Ho anche accompagnato la squadra a Vienna e Barcellona per le finali vittoriose di Coppia dei Campioni. Ho gioito e sofferto. Arrigo Sacchi rimane per me non solo un grande allenatore, ma anche un grande uomo e amico (non so dunque perché l’autore del libro scriva che per i miei numerosi impegni non potei essere presente a Milanello). Fortunatamente quegli anni mi hanno regalato esperienze che non posso dimenticare.

Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, Aldo Cazzullo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.