COSENZA – Oggi all’Istituto Valentini-Majorana di Castrolibero arriveranno gli ispettori del ministero dell’Istruzione. Il ministro Patrizio Bianchi, sentito l’Ufficio scolastico della Calabria, ha chiesto una relazione alla dirigente scolastica, Iolanda Maletta, sulla vicenda delle denunciate molestie sessuali da parte di almeno tre docenti su un numero ampio di studentesse ed ex studentesse. Fino a ieri, erano uscite allo scoperto dodici ragazze. Già stamattina gli ispettori saranno nell’ufficio della preside, che aveva avviato un’indagine interna, ora superata.
La vicenda della scuola di Cosenza “occupata per molestie” è esplosa in tutto il suo fragore. Gli studenti restano all’interno, “finché il docente di Matematica e Fisica non se ne andrà”. È lui, brillante laureato in Geotecnica, una figlia, il centro della questione. Prima su Instagram, poi a Repubblica, diverse testimoni hanno raccontato le sue violenze verbali e le avance corporali andate avanti per almeno sette anni e che la preside – nonostante le prime informazioni ricevute – non ha mai trasformato in una denuncia alla procura. “Ha insabbiato tutto”, dicono adesso le ragazze che guidano la protesta. La dirigente Maletta evita ogni richiesta di spiegazioni e anche il docente sotto accusa, consigliato dall’avvocato che ha scelto, resta in silenzio.
Parlano diversi insegnanti, comunque frastornati. Tra loro il professor Francesco Cirillo, decano delle materie umanistiche: “Se fosse vero anche solo il dieci per cento di quello che le studentesse hanno raccontato, il docente andrebbe radiato dalla scuola. Un educatore non può usare un linguaggio così, attuare quei comportamenti in aula. Una ragazza definita ‘una cavalla’ o accarezzata contro la propria volontà sarà segnata per il resto della vita”. Il professore, che ha un figlio tra gli occupanti, dice ancora: “In questo istituto abbiamo perso il rapporto con gli studenti. Grazie al lavoro della dirigente le iscrizioni sono esplose. Avevamo due sezioni, ora sono dodici e questo comporta un diradamento dei rapporti. Una volta c’era almeno un docente per classe pronto a raccogliere gli umori degli studenti, invece questa storia delle molestie non l’avevamo avvistata. Non ho elementi per dire che la preside l’abbia nascosta, certo ne ha gestito male la comunicazione come aveva fatto quando, a fine ottobre, un ragazzo di 14 anni era stato pestato a sangue da due balordi. Ho saputo che il docente di Matematica di cui parliamo aveva avuto gli stessi problemi in un altro istituto della città”.
Una denuncia è stata presentata ai carabinieri, sabato, da una ragazza dell’ultimo anno. Un’altra, collettiva, la sta gestendo la studentessa che ha fatto emergere il caso, su Instagram, insieme al centro antiviolenze Lanzino di Cosenza. Laura Boldrini, presidente del Comitato della Camera sui diritti umani nel mondo, dice: “È molto grave che le studentesse non siano state credute, ma loro non sono più disposte ad abbassare la testa”.