di Laura Zangarini
Un monologo tratto da Fuochi di Marguerite Yourcenar. Amore e passione mettono la protagonista di fronte alla sofferenza di chi ama non ricambiato. Senza scampo
Una passione violenta, sofferta, alla quale non si pu che soccombere. Arrendersi. Letto molti anni fa, “Fuochi”, diario lirico sulla passione d’amore di Marguerite Yourcenar, attraversato da alcune figure femminili dell’antichit classica, tra cui Fedra, Antigone, Clitennestra, ebbe l’effetto di fulminarmi. Mi colpirono la violenza, la crudezza della parola.
Il ricordo appartiene a Lina Sastri, intensa interprete e regista di Maria Maddalena, dal 28 febbraio al 5 marzo al Teatro Menotti di Milano, unico personaggio evangelico della raccolta di canti poetici della poetessa e scrittrice francese. Mi segn la ferita d’amore di questa donna, la sua condanna a un destino di solitudine e infelicit. Una ferita d’amore aperta, esposta, priva di qualunque tipo di fede religiosa. Completamente al mio opposto, che sono profondamente, convintamente credente. Maria Maddalena ha una fede incrollabile nella passione totale, assoluta verso il Cristo, una passione che non le lascia scampo nella sua vita di donna. La crudelt, il dolore di questa lacerazione diventano sofferenza viva, profonda, indicibile.
Lo spettacolo andato in scena tre anni fa al Napoli Teatro Festival per poche date, cos come al San Nazzaro di Napoli che ha proposto all’attrice di riportarlo sul palcoscenico. Il debutto a Milano un po’ mi intimorisce, l’ultima volta col pubblico milanese stata allo Strehler, interpretavo “Filumena Marturano” con Luca De Filippo. La mia “Maria Maddalena” un monologo di un’ora circa, un racconto che ho interpretato a modo mio.
Sul palco Sastri accompagnata da due musicisti, Filippo D’Allio alla chitarra e Domenico Monda alle percussioni, sono loro a intessere la colonna sonora live. Il resto parola, verbo pietroso. Come sempre accade nei miei lavori, tutto nasce dalla visione che ho delle parole. Quella visione, istintiva, viscerale, diventa teatro. Maria Maddalena, nell’interpretazione di Sastri, ama il Cristo non per la sua spiritualit ma per il suo essere uomo, per il suo dolore. L’amore la metter di fronte alla sofferenza di chi ama non ricambiato.
Di dolore Sastri aveva gi parlato ne La mancanza, commovente dedica al fratello Carmine, morto di Covid due anni fa. La sofferenza per la sua perdita si riverbera in “Maria Maddalena”, cos come quella per mia madre morta di Alzheimer si incarnata ne “La casa di Ninetta” , un libro diventato prima un monologo e poi un film, che ho appena finito di girare come regista. L’ho dedicato a Carmine, la sua mancanza irrimediabile.
25 febbraio 2023 (modifica il 25 febbraio 2023 | 22:00)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,