politeia Mezzogiorno, 3 aprile 2022 – 08:57 La sua convinzione che esista una «gerarchia» tra gli uomini ha rafforzato il sospetto che la applichi anche alla guerra in corso di Antonio Polito Tutti sanno chi sia il professor Alessandro Orsini. La sua notorietà è l’unico effetto collaterale positivo della guerra all’Ucraina. Positivo soprattutto per lui, che ci tiene. Forse d’ora in poi non gli sarà più necessario portare le iniziali ricamate sul colletto delle camicie. Non tutti però sanno che il nostro Orsini è anche di origini napoletane. Non dev’essere del resto qualcosa di cui lui vada fiero, a giudicare da quello che ha raccontato il nostro Vincenzo Esposito. Su Facebook, dove intrattiene un affettuoso dialogo con i «miei amati e giovanissimi amici», che «mi scrivete: lei professor Orsini per me è un eroe», il suddetto ha infatti espresso giudizi molto poco lusinghieri sulla città che, suo malgrado, gli diede i natali nel 1975. Allo scopo di difendere infatti una precedente affermazione, per cui «Napoli è una città moralmente inferiore e intellettualmente superiore», il professore ha avanzato un’interessante tesi per così dire «suprematista»: «La vita sociale – sono le sue parole – non sarebbe possibile se gli uomini non avessero uno schema codificato per distinguere l’inferiore dal superiore su cui fondare le routine con cui producono la società… Superiore e inferiore sono categorie spesso utilizzate con intenti ignobili, come dimostra la storia repellente di tutti i razzismi, ma non ci sono dubbi sull’inferiorità morale di Napoli: Napoli è una città inferiore per molte ragioni morali, mi limito a indicarne quattro per motivi di sintesi». Lasceremo ai napoletani più interessati il piacere di proseguire la lettura sui profili social del professore, dove si presenta un compendio delle «molte ragioni morali» che condannano la loro città, evidentemente non redenta dall’aver dato alla luce cotanto figlio (aggiungeremo solo che nel corso dello stesso post viene avanzato anche un inopinato confronto con Siena, definita «città moralmente superiore a Napoli»). Quello che invece ci interessa segnalare qui è un aspetto della retorica di Orsini che abbiamo scoperto solo di recente (confessiamo che prima della tragedia dell’Ucraina non vedevamo la ragione di compulsarne gli scritti). Ed è l’insistenza sul concetto del «superiore» e dell’«inferiore», che si intuisce deve essere al centro della sua visione del mondo. In un altro testo sempre del 2020, stavolta per il quotidiano «Messaggero», egli infatti lo applicava non a una città ma a una categoria professionale: i professori universitari: «Da quando gli uomini hanno iniziato ad associarsi e a cooperare, sono nati il superiore e l’inferiore, dove il primo esercita il dominio sul secondo». Ecco perché i «professori universitari detengono un potere senza pari»; evidentemente anche quando, come nel suo caso di sociologo del terrorismo, lo applicano a campi che non c’entrano niente con i propri studi (a meno che non ci sia un’affinità tra il terrorismo e Putin). Ora: distinguere gli esseri umani in inferiori e superiori in base ai lavori che fanno o alla città in cui sono nati, è di per sé un po’ ripugnante. Ma applicare la categoria del «superiore» ai professori universitari – ci perdoni l’accademico – è solo un po’ ridicolo. D’altra parte, la sua convinzione che esista una «gerarchia» tra gli uomini ha rafforzato in noi il sospetto che il professor Orsini la applichi anche alla guerra in corso, e che ammiri il «superiore» nei russi e di conseguenza – Dio non voglia – identifichi l’«inferiore» negli ucraini. Si spiegherebbe così perché in tv egli ripeta spesso, in apparente estasi, che «Putin può sventrare l’Ucraina quando e come vuole»: dove la brutalità del verbo «sventrare» può essere giustificata solo a proposito di esseri umani considerati «inferiori». Per quanto ci riguarda e più modestamente, nella nostra irriducibile «inferiorità» di non-professori universitari, vale sempre la saggezza della sutra buddhista: «L’uomo che si ritiene superiore, inferiore o anche uguale a un altro non capisce la realtà». 3 aprile 2022 | 08:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-03 06:58:00, La sua convinzione che esista una «gerarchia» tra gli uomini ha rafforzato il sospetto che la applichi anche alla guerra in corso,