russia
di Mario Gerevini e David Oddone17 mar 2022
Da sinistra: Vladimir Lisin, Alexey Mordashov e Vladimir Putin a un’assemblea degli industriali russi
In una splendida villa sul mare di Cap Ferrat, in Costa Azzurra, si incrociano le storie di Vladimir Lisin, 65 anni, il più ricco degli oligarchi russi, e quella di Licio Gelli, l’oscuro burattinaio della lista P2 morto nel 2015 a 96 anni. In una riservata finanziaria di Cipro si intrecciano gli affari dello stesso oligarca, re dell’acciaio, con quelli di un vero principe: Lorenz Otto Carl Habsburg-Lothringen, 66 anni, membro della famiglia reale belga, cognato del re Filippo.
Lo snodo belga
Ma i legami di Lisin con il Belgio, attraverso il gruppo siderurgico russo Novolipetsk (Nlmk), sono anche industriali, e molto stretti. E qui c’è uno snodo fondamentale. Può questa alleanza aver «salvato» finora l’oligarca numero uno (26,9 miliardi di dollari secondo Forbes) dalla blacklist europea degli amici di Putin, il più vasto programma di sanzioni nella storia contro l’economia russa? O è davvero lontano dalla sfera di influenza di Putin? Partiamo da qui, dai legami con il nobile austriaco e da alcuni documenti riservati utili a capire chi è davvero Lisin. Poi tappa in Costa Azzurra, a Villa Espalmador che fu il rifugio di Gelli («Mai sentito Gelli – dice un anziano artigiano in una bottega a 30 metri dalla villa – i miei amici che ci lavorano sostengono che è di un russo»). Infine a San Marino: Lisin da 20 anni è console onorario a Mosca del Titano e ha tuttora il passaporto diplomatico.
Poligono a Mosca e holding a Cipro
A Cipro dunque è domiciliata la Fletcher Group, cassaforte di questo self made man, talmente appassionato di tiro da aver costruito uno dei più grandi poligoni in Europa ed essere diventato presidente della federazione mondiale, associata al Cio. Passioni e ville alimentate dai soldi. Ex saldatore diventato ingegnere, oggi il gruppo Nlmk di cui Lisin ha il 79% vende acciaio per 16 miliardi di dollari (bilancio 2021), il 40% in Russia, il 21% negli Usa e il 17% nella Ue. Ha una fabbrica anche a Verona, con 260 dipendenti. E poi c’è la Nlmk Belgium che è il numero uno nel Paese per prodotti piani con 1,7 milioni di tonnellate all’anno. Grandi volumi, quindi. Ma qui Lisin ha il 49% e lo Stato belga il 51%. Una ferrea joint venture.
La poltrona del principe
Saliamo su in Fletcher, ovvero la holding di famiglia dove lo zar dell’acciaio governa con la figlia Anastasia, sette professionisti ciprioti e poi, unico amministratore «esterno», il nipote dell’ultimo imperatore austriaco. I documenti raccolti a Cipro indicano Lorenz del Belgio (sintesi di una sterminata onomastica) «director» alla data del 10 marzo. Il principe è cittadino austriaco, ha sposato Astrid, sorella di re Filippo, ha cinque figli-principi e da quasi 40 anni lavora in una piccola private bank di Basilea, la Gutzwiller & Cie, che gestisce patrimoni di danarosi clienti. È possibile che ci siano anche i rubli (e i dollari e gli euro) di Lisin. La poltrona del principe-banchiere Lorenz nel cuore dell’impero dell’oligarca ha fatto da garanzia, da scudo belga contro le sanzioni? Di sicuro avrebbe creato imbarazzi schedare Lisin come organico a Putin mentre nella sua holding di famiglia siede, con ruoli di direzione, il cognato del capo dello Stato del Belgio (anche se quasi nessuno lo sa). Abbiamo chiesto al principe, attraverso la mail istituzionale di banca Gutzwiller, se nel frattempo avesse lasciato l’incarico a Cipro ma al momento non è arrivata risposta. Stiamo ai fatti: l’ex saldatore diventato il più ricco di Russia non è nella lista nera e ha anche preso posizione contro il «conflitto armato» (non usa la parola «war») in Ucraina: «La perdita di vite umane – ha scritto ai dipendenti – è sempre una tragedia impossibile da giustificare, la soluzione diplomatica è sempre preferibile all’uso della forza». Diplomazia anche nelle parole: né lui né altri colleghi hanno mai dato un nome al responsabile della tragedia.
Il nome nella «Putin list»
Ma allora Lisin è davvero così lontano dal regime di influenza e obbedienza instaurato dal presidente russo? Defilato, forse, ma l’orbita è la stessa. Ha creato il suo impero d’acciaio, anche con competenza e visione, proprio nei due decenni di Russia a «trazione» Putin. E l’acciaio è materia prima fatta di ferro, carbonio e politica, soprattutto sotto il Cremlino. Si racconta che un salto decisivo nel controllo di Nlmk l’abbia fatto quando il suo ex capo diventò ministro dell’Industria. Nel 2018 il Tesoro americano diffuse la «Putin list» per le sanzioni, cioè un elenco di 210 nomi tra cui 96 oligarchi considerati vicini a Putin: Vladimir Lisin c’era. Oggi in un contesto ben più drammatico e con una «stretta» storica, non compare nella lista Ue.
L’avvocato dei russi
Il figlio, Yuri Lisin, 37 anni, è l’unico della famiglia, oltre al padre, ad avere una quota nella cassaforte Fletcher. La sua partecipazione, a quanto risulta, è detenuta indirettamente attraverso una società lussemburghese, la Riskinvest Holding, affidata in gestione a quattro russo-ciprioti e a un avvocato svizzero, Alain Bionda dello studio Bionda-Lavrov di Ginevra. È lo stesso avvocato che due anni fa, presso la Corte federale elvetica, curò gli interessi legali del miliardario Gennady Timchenko (ex Gunvor, trading petrolifero), considerato tra i fedelissimi di Putin, a cui erano stati bloccati due conti bancari per le sanzioni Usa.
La signora Liudmila e la baia da sogno
Mosca, Belgio, Cipro, Svizzera, fonderie, acciaio: cosa manca? Sapere dove si gode i soldi il numero uno degli oligarchi. Finora solo del castello di Aberuchill in Scozia, XVII secolo, 3 mila acri (1.200 ettari), c’era qualche notizia: l’ha acquistato nel 2005 per 6,8 milioni di sterline. Ma alcune transazioni della signora Liudmila Zalesskaya, moglie di Vladimir Lisin, ci hanno condotto in uno dei tratti più belli e più costosi in assoluto del Mediterraneo. La Baia Espalmador in Costa Azzurra, a Villefranche sul Mer, tra Montecarlo e Nizza, dove anche i Rothschild hanno casa. Lisin ne ha prese due, una vicino all’altra, una più bella dell’altra, nella posizione più suggestiva possibile che i Rothschild muoiono d’invidia, centinaia di milioni di valore secondo gli intermediari immobiliari del posto. Nessuno del posto sa davvero di chi siano se non genericamente «di un russo, pare». «Ci vengono una volta all’anno», dice un giardiniere che lavora accanto. Imponenti muri di cinta impediscono la vista ravvicinata. Il grande cancello principale, nero con decorazioni ornamentali color oro, ricorda la porta d’ingresso di un camposanto.
La villa che fu di Licio Gelli
Da documenti depositati a Nizza si deduce che Villa Flora è stata acquistata nel 2008 e Villa Espalmador una paio d’anni prima. Il 50% di entrambe è intestato a uno dei tre figli della coppia, Yuri, l’altro 50% è del padre e della madre. Licio Gelli è stato a lungo il proprietario di Villa Espalmador, tant’è che è citata nell’elenco dei beni del testamento olografo del 1998. In alcune occasioni ci trascorse la latitanza dopo una delle sue evasioni. Si dice che avesse stipato lingotti d’oro anche nella cassaforte della villa. Ma poi del suo immenso patrimonio estero, i terreni in sudamerica e gli immobili mai dichiarati al fisco si è persa traccia, tutto venduto ben prima di morire e ben prima che liquidatori e ufficiali giudiziari potessero mettere i sigilli. Ora Villa Espalmador riemerge dal passato, intestata alla famiglia Lisin.
Il passaporto diplomatico
Resta da capire la relazione con San Marino. Il 13 maggio 2002 Lisin fu nominato dallo Stato di San Marino console onorario a Mosca. Della sua attività ci sono poche tracce. Però da 20 anni ha un passaporto diplomatico. Qual è stata la contropartita per la piccola Repubblica? Soldi? Entrature? Di sicuro l’asse con la Russia si è fatto molto stretto negli ultimi anni ed è culminato, tra la sorpresa e la curiosità generale, con la visita nel 2019 del ministro degli esteri Sergej Lavrov, atterrato con un aereo di Stato a Rimini il 20 marzo e ripartito il mattino del 21 marzo dopo i festeggiamenti in Romagna dei suoi 69 anni. Dalla Russia è poi arrivato Sputnik che ha vaccinato gran parte dei 33 mila sammarinesi. L’aggressione all’Ucraina ha rotto la luna di miele con Putin. San Marino, rinunciando come la Svizzera alla sua storica neutralità, ha appoggiato le sanzioni finendo nella lista nera di Mosca. Però l’ex saldatore diventato con Putin l’oligarca più ricco, viaggia sempre con il suo passaporto diplomatico in tasca, la dichiarazione prêt-à-porter contro la guerra, il castello in Scozia, le sontuose ville in Costa Azzurra e il principe belga nella cassaforte.
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, 2022-03-17 12:29:00, Vladimir Lisin, un impero nell’acciaio, è il più ricco dell’éra Putin. Il cognato del re del Belgio è tra gli amministratori della sua cassaforte a Cipro. Le proprietà a Cap Ferrat, il castello in Scozia. Il passaporto diplomatico di San Marino. Ma non è nella lista dei sanzionati. Perché?, Mario Gerevini e David Oddone
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