di Luigi Ippolito
La ministra degli Esteri che ambisce a guidare i conservatori inglesi (il risultato si saprà il 5 settembre) ha promesso: «Basta tasse su questi alimenti, sta al cittadino decidere»
Un mese per conquistare i membri del partito conservatore: chi vincerà nella corsa a Downing Street tra Rishi Sunak, ex cancelliere dello Scacchiere, e Liz Truss, ministra degli Esteri, verrà annunciato il 5 settembre. Le campagne dei due candidati entrano così nel periodo caldo in cui ogni visita, ogni dibattito, ogni intervista conta. Mentre gli strateghi di entrambi le parti inseguono gli ultimi voti — circa 200.000 tesserati Tories sceglieranno il prossimo primo ministro — il terreno di battaglia si allarga a ogni mandata: inflazione, carovita, l’aumento delle bollette ma anche, a sorpresa, il cibo spazzatura.
La politica sposata da Boris Johnson di limitare il consumo di cibi con eccessive quantità di sale, zucchero e grassi non piace a Truss, che la considera un’irruzione nella sfera privata dei cittadini. Se diventerà premier, ha precisato, non imporrà imposte su pietanze poco sane o limiti sulla vendita e la promozione di biscotti, patatine, fast food e bevande gassate. «Queste tasse sono finite», ha detto. Stando a Truss, l’esecutivo deve occuparsi d’altro. «Ciò che la gente vuole dal governo è che fornisca strade in buone condizioni, ferrovie affidabili, la banda larga, la telefonia mobile, liste d’attesa più corte negli ospedali, la possibilità di vedere il proprio medico in fretta». Il Paese non ha bisogno — ha precisato — che sia il governo a decidere cosa può mangiare e cosa no: il nanny-state, lo stato bambinaia, non rientra nei suoi piani.
Se è data per favorita, le dichiarazioni di Truss hanno sorpreso nell’ambito della lotta contro l’obesità che è da anni al centro di varie iniziative pubbliche e che ha coinvolto personaggi come il cuoco televisivo Jamie Oliver. Nel Regno Unito il 54% della popolazione adulta e il 40% dei minori sono sovrappeso. Johnson — fortemente incoraggiato dai medici dopo essersi ripreso dal Covid nell’aprile 2021 a perdere qualche chilo — aveva annunciato diverse misure che però non sono sempre entrate in vigore. Se da una parte sui menù di tanti ristoranti è comparso il contenuto calorico di ogni piatto, dall’altra non sono state bandite le pubblicità su sconti e promozioni di cibi poco sani.
Con alle porte un periodo che tra inflazione e aumento dei prezzi si preannuncia estremamente difficile per i consumatori, avrebbe forse poco senso politico insistere sulle abitudini alimentari dei cittadini ma per il futuro di Truss potrebbe rivelarsi più grave il passo indietro che la ministra è stata costretta a fare ieri sugli stipendi dei dipendenti pubblici: tra le misure da lei proposte c’era quella di tagliare gli sprechi della pubblica amministrazione e di rivedere la paga dei dipendenti statali fuori Londra affidandola a commissioni regionali. L’annuncio ha immediatamente sollevato le polemiche di diversi deputati conservatori che vi hanno visto il favoreggiamento dei lavoratori della capitale a spesa dei colleghi di altre zone. Accusando la stampa di averla rappresentata in modo errato, Truss ha immediatamente ritirato l’iniziativa: per la ministra si tratta di un passo falso il cui costo è ancora da accertare. Sunak ha colto l’occasione per accusare la rivale di non avere le idee chiare sui numeri e le cifre del Paese (vuole tagliare le tasse, ma con quali soldi?) , ma stando ai sondaggi Truss rimane in testa.
2 agosto 2022 (modifica il 2 agosto 2022 | 23:01)
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, 2022-08-02 21:02:00, La ministra degli Esteri che ambisce a guidare i conservatori inglesi (il risultato si saprà il 5 settembre) ha promesso: «Basta tasse su questi alimenti, sta al cittadino decidere», Luigi Ippolito