Liz Truss senza maggioranza, il governo ha le ore contate

di Luigi Ippolito

Fatale una votazione sul fracking, le trivellazioni di profondità, che il governo aveva fatto sapere di considerare come «n voto di fiducia»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA
Il governo di Liz Truss si è squagliato e la premier britannica potrebbe dimettersi già oggi. L’implosione è avvenuta sotto gli occhi di tutti nel Parlamento di Westminster, dove si è assistito ieri sera a scene caotiche: il governo aveva fatto sapere di considerare una votazione sul fracking, le trivellazioni di profondità, come «un voto di fiducia» e aveva minacciato di sospendere dal partito conservatore quei deputati che si fossero espressi contro; ma quando un corposo numero di onorevoli ha minacciato la ribellione, l’esecutivo è stato costretto a fare marcia indietro, cosa che ha causato le dimissioni immediate dei due capigruppo.

«Dopo stasera — ha detto un alto esponente conservatore al Telegraph — vedremo il caos totale: penso che le prossime 24 ore saranno un inferno per lei». Perché di fatto Liz Truss non ha più una maggioranza su cui contare: e ci si aspetta che oggi fiocchino le lettere di sfiducia da parte del suo stesso partito, cosa che indurrebbe i maggiorenti dei Tories a ingiungere alla premier di farsi subito da parte, come era successo a luglio con Boris Johnson.

Già nel pomeriggio di ieri il governo aveva subito le dimissioni della ministra dell’Interno, Suella Braverman, costretta a lasciare l’incarico dopo un furioso scontro con la Truss: il pretesto per la cacciata era una violazione delle norme di sicurezza, poiché la ministra aveva mandato una mail riservata dal suo account privato; ma in realtà fra le due donne c’era una profonda divergenza sul tema dell’immigrazione e la Braverman, che è per un regime rigido in tema di ingressi, ne ha approfittato per abbandonare la barca e posizionarsi come candidata della destra del partito alla leadership. Liz Truss appare ormai priva di qualsiasi autorità, dopo la débâcle sulla mini-finanziaria di settembre mini-finanziaria di settembre che è stata del tutto cestinata dopo la reazione più che negativa dei mercati: la premier è stata costretta a sacrificare il suo maggiore alleato, il cancelliere Kwasi Kwarteng, e sostituirlo con Jeremy Hunt, un moderato che è apparso subito come il vero premier di fatto. Una situazione insostenibile che, se pure non si risolverà nelle prossime ore, non impiegherà molto altro tempo per arrivare al punto di rottura.

19 ottobre 2022 (modifica il 19 ottobre 2022 | 22:42)

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, 2022-10-19 22:13:00, Fatale una votazione sul fracking, le trivellazioni di profondità, che il governo aveva fatto sapere di considerare come «n voto di fiducia», Luigi Ippolito

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