La regione Piemonte è fra le prime ad aver introdotto la figura dello psicologo scolastico.
Notizia di per sé positiva, ma ritengo occorra procedere cum grano salis. Ecco perché: quando ero adolescente io (anni ’70) la figura dello psicologo non interveniva frequentemente e a scuola poi proprio non c’era.
Si sa che l’età dei teen-agers è delicata e critica perché si è nella fase dello sviluppo psicofisico. E possono presentarsi varie problematiche: ansia (magari dovuta allo studio), insonnia, nervosismo e simili.
E così a 17 anni il medico di famiglia mi mandò (s’intende con le migliori intenzioni) da uno psicologo privato. Che disastro! Fra inviti ad odiare mio padre, pulsioni, libido, previsioni di gravi disturbi, ne uscii a pezzi.
Fortunatamente in famiglia prevalse il buon senso e non demmo credito alle farneticazioni di costui.
Nel corso del tempo mi sono diplomato, laureato, sposato, ho condotto una vita normale senza che accadesse nulla di quanto predetto da quel maldestro strizzacervelli.
E quindi ora, a quasi 64 anni, lancio un messaggio ai vari “psico”: mi raccomando!
Daniele Orla
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